Conti correnti, confronto rinviato Il motore di ricerca? Partirà nel 2018
Patuelli (Abi): siamo pronti, ma le nuove regole non dipendono dalle banche
La concorrenza c’è, la confrontabilità non ancora. Per i conti correnti la trasparenza si allontana. Comparare i costi dei bonifici e dei prelievi al Bancomat, i tassi, gli indicatori di costo annuo? Se ne riparla nel 2018. È sul sito del Senato da ieri mattina la Legge annuale sulla concorrenza aggiornata, approvata il 2 agosto e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. All’articolo 39 affronta la questione banche. E rimanda a febbraio una questione che avrebbe dovuto essere risolta entro questo Ferragosto: la comparabilità dei depositi attraverso un motore di ricerca ufficiale online. Diventata impossibile.
È chiuso infatti da maggio «Comparaconti.it», il sito di confronto storico supervisionato dall’Abi (l’ex Pattichiari). La pagina fu sospesa per la direttiva europea sui pagamenti, la Pad, in vigore dal 14 aprile: che richiede parametri omogenei in Europa fra i siti che confrontano i conti correnti. Secondo quella direttiva, la Banca d’Italia aveva tempo fino al 14 agosto per dare le nuove regole e nello stesso periodo il ministero dell’Economia avrebbe dovuto varare il decreto attuativo, necessario per riaprire un sito di comparazione dei conti correnti: da affidare al Tesoro stesso o a soggetti indipendenti, come le associazioni dei consumatori. Ora la Legge sulla concorrenza scavalca la direttiva Pad. E dilata i tempi.
Prevede infatti che ci siano 180 giorni — almeno fino a febbraio 2018, quindi — dall’approvazione della legge perché sia emanato «dal ministero dell’Economia, di concerto con il ministro dello Sviluppo, sentita la Banca d’Italia» il decreto sulla «comparabilità delle spese relative al conto di pagamento».
«Siamo tornati al punto di partenza — dice Anna Vizzari dell’Ufficio studi di Altroconsumo —. Nel frattempo l’ex confronto di Pattichiari non c’è più». Ci sono motori privati, come Facile.it, Segugio.it o della stessa Altroconsumo. Ma non sono universali.
Il paradosso è che la segnalazione dell’Antitrust, che dovrebbe essere alla base della Legge annuale sulla concorrenza (arrivata solo ora), già nel 2014 dava indicazioni diverse. Alla voce «Banche - Trasparenza e mobilità» la proposta dell’Autorità per la concorrenza presieduta da Giovanni Pitruzzella era infatti questa: «Introdurre strumenti che favoriscano lo sviluppo di motori di ricerca indipendenti dalle banche (e in concorrenza fra loro) che agevolino il confronto fra gli strumenti bancari». Tre anni dopo, lettera morta.
E la colpa «non è delle banche, anzi», dice Antonio Patuelli. «Noi eravamo in anticipo — nota il presidente dell’Associazione bancaria italiana — . L’Italia è stata la prima in Europa ad avere volontariamente un motore di comparabilità sui conti correnti, su iniziativa dell’Abi. Ora c’è una norma che definisce una nuova regola. E non dipende dalle banche».