Colpevole o innocente? Rivoluzione del ’17 a processo
Forse nessun evento ha diviso gli animi come la Rivoluzione sovietica del 1917. E un secolo dopo le polemiche continuano. A San Mauro Pascoli dopodomani, 10 agosto, come sempre nella data in cui fu ucciso il padre del poeta Giovanni Pascoli (nativo di questa località, in provincia di Forlì-Cesena), il consueto processo simbolico riguarderà la presa del Palazzo d’Inverno. A sostenere l’accusa, nella contesa organizzata dall’associazione Sammauroindustria diretta da Miro Gori, saranno gli storici Marcello Flores e Maurizio Ridolfi, mentre per la difesa interverranno il filologo Luciano Canfora e il filosofo Diego Fusaro.
Il verdetto sarà emesso dal pubblico, che Flores cercherà di convincere, anticipa al «Corriere», insistendo sul carattere liberticida del bolscevismo: «Lenin soffocò la nascente democrazia russa, rifiutando ogni accordo con altre forze socialiste e instaurando una dittatura di partito. Avviò il meccanismo che poi, con Stalin, sarebbe sfociato nel totalitarismo pieno e nel Gulag. Per giunta la Rivoluzione d’ottobre accreditò l’Urss come modello principe, se non unico, del socialismo, danneggiando gli ideali egualitari ».
Canfora ritiene però che sia possibile una valutazione meno negativa: «Anche la Rivoluzione francese venne demonizzata a causa della violenza che impiegò per non essere sopraffatta: il terrore giacobino, la guerra esterna, la repressione contro la Vandea. Ma poi ci si accorse che non se ne potevano cancellare gli effetti. Mi pare che anche per l’Ottobre bolscevico siamo arrivati alla fase del recupero. Per esempio Putin ha rivalutato la figura di Stalin, di cui riconosce l’opera modernizzatrice e il ruolo svolto nella vittoria contro il nazismo. D’altronde anche la Francia non celebra Robespierre, ma Napoleone».
Ciò non basta, obietta Flores, a giustificare i bolscevichi: «Erano convinti che la scelta di sopprimere il capitalismo e la proprietà privata avrebbe prodotto una società più giusta, ma la storia li ha smentiti: crearono un sistema oppressivo che si è rivelato irriformabile, nonostante gli sforzi generosi di Mikhail Gorbaciov».
Eppure, replica Canfora, la rivoluzione bolscevica ha aperto una fase storica nuova: «Ha innescato la ribellione dei popoli ridotti alla dipendenza dalle potenze coloniali. Fu Lenin a indicarli come alleati. Ne è scaturito un processo irreversibile di liberazione dall’imperialismo che, in forme nuove, rimane tuttora all’ordine del giorno».