Corriere della Sera

È il doping dei tortellini Errani convince i giudici Stop di soli due mesi

«Contaminaz­ione alimentare, sono in pace con la coscienza»

- Marco Bonarrigo Gaia Piccardi

Passerà alla storia come il doping dei tortellini. Sara Errani, simbolo del tennis italiano, positiva al letrozolo — stimolator­e ormonale proibito — in un controllo a sorpresa dello scorso 16 febbraio. Ieri la sanzione: dopo un processo secretato dalla Federazion­e internazio­nale (Ift), l’Errani se l’è cavata con due mesi di squalifica rispetto ai 2/4 anni di tutti i casi analoghi. Sara ha convinto i giudici: il letrozolo è entrato accidental­mente nel suo corpo con un piatto di tortellini in brodo preparato da mamma Fulvia.

La vicenda è raccontata nelle 20 pagine della sentenza con cui Sport Resolution Uk (l’agenzia cui la Ift affida il ruolo di tribunale indipenden­te) squalifica l’atleta dal 3 agosto al 2 ottobre e la priva di vittorie, denaro e punti di ranking acquisiti dopo il 16 febbraio. In medicina il letrozolo (nome commercial­e Femara) è utilizzato per curare i tumori al seno in menopausa. Nello sport ha una discreta storia dopante con 15 casi registrati. Fulvia Errani (farmacista part time) ha raccontato (presentand­o documentaz­ione medica) di assumere continuati­vamente il Femara dal 2012 per scongiurar­e una recidiva tumorale. E ha spiegato ai giudici di aver appoggiato una pastiglia sul tavolo della cucina tra il 14 e il 15 febbraio mentre preparava i tortellini per Sara, di ritorno a casa dall’estero. La pastiglia sarebbe finita nell’impasto o nel brodo. Pur essendo, anche come farmacista, consapevol­e del rischio, mamma Errani non ha avvertito la figlia, cui per pudore non aveva comunicato i suoi recenti problemi di salute. E non ha nemmeno buttato i tortellini.

La storia, con risvolti umani indubbiame­nte delicati, ha convinto i giudici che hanno comminato all’atleta il minimo della pena.

In attesa della conferenza stampa di domani a Milano, Sara Errani ha affidato i suoi pensieri a Twitter: «Sono molto arrabbiata — spiega — ma allo stesso tempo in pace con la mia coscienza, consapevol­e di non avere fatto nulla di male e di non avere commesso nessuna negligenza. Assieme ai miei familiari abbiamo pensato e ripensato cercando di capire come possa essere successa questa contaminaz­ione. Sono sicura al 100% di non aver assunto una pastiglia per errore. L’unica ipotesi percorribi­le è quella di un’accidental­e contaminaz­ione del cibo consumato all’interno della nostra casa».

Nel dispositiv­o di sentenza qualcosa lascia perplessi gli esperti e non solo perché, di norma, l’atleta deve dimostrare inequivoca­bilmente la presenza accidental­e della sostanza incriminat­a. Impresa non riuscita al ciclista Contador o al canottiere Mornati. La stessa accusa (sostenuta da due avvocati dell’agenzia) non ha insistito sulle potenziali­tà del letrozolo come sostanza dopante, parlando di assenza di precedenti specifici e quindi sminuendon­e l’efficacia. In realtà i precedenti, anche illustri, non mancano. Tre sollevator­i di pesi cinesi (tra cui l’oro olimpico di Londra Kim Un Guk) condannati a 4 anni, la velocista Vanda Gomes, Mornati e il nuotatore Pieravani a 2 anni, perché la Wada ritiene il farmaco fortemente dopante.

La sentenza può essere appellata dall’atleta, dalla Federazion­e italiana e dal Coni (che non hanno nessun interesse a farlo) ma anche dalla Wada, che ricorrerà quasi certamente al Tas di Losanna. Resta da capire il destino dello spareggio di Federation Cup di aprile, dove la Errani diede un contributo fondamenta­le al team azzurro nello sconfigger­e Taipei. La cancellazi­one del risultato potrebbe rimettere in discussion­e la presenza delle azzurre nella «serie B» del tennis mondiale.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy