Terzo in batteria dei 200 si qualifica: «Non sono soddisfatto: cosa devo fare? Semplice correre più veloce»
DALLA NOSTRA INVIATA
Fa freddo, e prendersi un malanno al primo Mondiale non è proprio il caso. Filippo Tortu tira su il cappuccio della felpa e sospira: «Okay, correrò la semifinale dei 200 metri, però non sono soddisfatto». Ha dipinto la curva del mezzo giro di pista orfano di De Grasse e, soprattutto, Bolt in quinta batteria, con l’ottima notizia del forfeit dell’ultima ora di Isaac Makwala, uno dei favoriti all’oro, in testa: «Non lo sapevo, me ne sono accorto sui blocchi».
Terzo del suo gruppo (20’’59), dominato dal ragazzo dello Zambia, Sydney Siame (20’’29), 19enne come lui, un centesimo davanti a Warren Wier, Giamaica, un tipetto veloce che a Mosca 2013 era stato d’argento. Poteva essere un lunedì peggiore, insomma, per la matricola che domina l’Europa junior nello sprint e viaggia veloce verso il futuro. Ma Filippo non ci sta, scuote la testa: «Stadio fantastico, pubblico eccezionale e il fresco non mi dispiace. Mi aspettavo di uscire dalla curva insieme agli altri e così non è stato. Però sono rimasto tranquillo e rilassato, lo considero un passo avanti rispetto a Roma. Il tempo però non mi soddisfa affatto. Cosa devo migliorare? Semplice: devo correre più veloce!». (Reuters)
Qualificato alla semifinale di domani sera in zona Cesarini, con l’ultimo tempo utile, per reggere agli urti di Wayde Van Niekerk (ieri 20’’16), Simbine, Siame, Johan Blake e dell’ex idolo bianco Christophe Lemaitre, contro cui ha corso nei 200 del Golden Gala («Era un mito, oggi è un rivale»), il giovane Tortu dovrà produrre un salto di qualità da grande. «Essere qui, dopo una stagione tribolata dall’incidente di Piazza di Spagna, è già importante, ho lavorato bene e i frutti si vedono».
Ha scrutato dal vivo Bolt nella notte dei cento di Justin Gatlin («I fischi? Il pubblico inglese è molto etico, lo vedo nella Premier League: mi piace il Chelsea, l’anno scorso ho tifato Leicester ma da quando hanno cacciato Claudio Ranieri per me non esistono più»), senza riuscire a portare a casa cimeli: «Il Lampo al campo non faceva foto con nessuno». Peccato non avere avuto l’opportunità di sfidarlo: Tortu arriva mentre Bolt se ne va. Centrare la finale dei 200 sarebbe più di un sogno.
L’ultimo sforzo prima delle meritate vacanze in Sardegna, dove lo aspettano mamma Paola e il fratello Giacomo. «Sono sereno. Il mio obiettivo, passare il turno, l’ho centrato».