Corriere della Sera

«Il codice frena gli sbarchi»

Mattarella evoca gli italiani a Marcinelle, Salvini lo attacca. Il Vaticano: no a politiche restrittiv­e Gentiloni: primi effetti, battiamo gli scafisti. Pd diviso, Renzi chiama i due ministri

- Breda, Galluzzo, Gorodisky Guerzoni, Serafini

Dopo le polemiche e il gelo tra Minniti e Delrio arrivano le parole di Gentiloni. Al Tg1 il premier dice che sui migranti la «strategia del governo sta dando i suoi frutti. Un pezzo di questa è il codice di condotta delle Ong voluto da Minniti: gli sbarchi stanno diminuendo, così lo Stato batte gli scafisti». Renzi telefona ai due ministri. Il mondo cattolico continua a ritenere un errore la stretta sulle Ong. Il Vaticano: no a politiche restrittiv­e. L’Onu: Italia sulla strada giusta. Le parole di Mattarella sulla strage di Marcinelle (noi migranti, come loro oggi) scatenano l’ira di Salvini.

Dopo le polemiche dei giorni scorsi il premier Paolo Gentiloni, intervista­to dal Tg1, dice che la «strategia del governo sta dando i suoi frutti», che un pezzo di questa strategia è il codice di condotta delle Ong voluto dal ministro dell’Interno Marco Minniti e che pian piano i dati dicono che gli sbarchi stanno diminuendo.

Per Palazzo Chigi è una giornata particolar­e, sia il capo dell’esecutivo che il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, hanno ricevuto l’inviato speciale per Libia delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé, che ha in qualche modo benedetto la missione navale italiana di supporto alla Guardia costiera libica, dicendo che è «la strada giusta» e che auspica venga sostenuta con forza proprio dall’Onu.

È lo stesso Gentiloni infatti a ricordare che «l’Italia fa la sua parte, ma se da parte dell’Onu verrà un’iniziativa forte per stabilizza­re la Libia tutti ne avremo un vantaggio e renderà la vita piu facile sui flussi migratori». Una richiesta che è anche un invito ad assumere «una leadership» nel contesto libico.

Poi il capo del governo sfiora anche l’argomento che è stato fonte di polemiche interne al suo esecutivo, con uno scontro di competenze fra i ministri Graziano Delrio (che come titolare delle Infrastrut­ture ha la delega sulla Guardia costiera italiana) e Marco Minniti, che come ministro dell’Interno ha la delega complessiv­a sui temi delle migrazioni.

Dopo aver ricordato, due giorni fa, proprio che Minniti ha la competenza sulle politi- che migratorie, Gentiloni loda ancora una volta il codice votato dal Parlamento e voluto dal titolare del Viminale: «È un pezzo fondamenta­le di una strategia del governo. Questa strategia di collaboraz­ione anche con le autorità libiche sta producendo dei risultati, come la riduzione dei flussi. Quindi vince lo Stato e perdono i trafficant­i e gli schiavisti, è uno spiraglio su cui investire».

E questo mentre anche Alfano aggiunge che non occorre «alcun derby tra rigore e umanità, tra regole e solidariet­à, tra sicurezza e diritti umani, l’Italia deve continuare a essere il Paese che ha sposato entrambi gli aspetti».

«Il codice è indispensa­bile, servono regole che vengano rispettate. È importante che l’Italia parli con una voce unica, non ci possono essere politiche ondivaghe», è la posizione del presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, mentre il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha in qualche modo una posizione mediana, che sottolinea la complessit­à del tema.

Ricorda il Guardasigi­lli che il codice «non può sostituirs­i al diritto e alle sue fonti», dun- que anche alle regole del diritto internazio­nale e al dovere di soccorso, ma al contempo «credo che serva a dare un po’ d’ordine a una situazione che oggettivam­ente aveva assunto caratteri di eccessiva eterogenei­tà nelle condotte. Cercherei di seguire questa strada perché non credo che la risolverem­o soltanto in punta di diritto, ma debba essere il buon senso a tener conto dei fattori che sono in gioco in una vicenda delicata come questa».

Il mondo cattolico continua invece a ritenere un errore la stretta del governo sulle Ong. Padre Fabio Baggio, che per il governo del Vaticano si occupa di migranti e rifugiati, ricorda che «le politiche migratorie restrittiv­e hanno spesso contribuit­o ad aumentare l’offerta di canali alternativ­i di migrazione». Mentre Avvenire, quotidiano dei vescovi, critica con il suo direttore Marco Tarquinio la previsione dell’impiego di agenti armati sulle navi delle Ong, scrivendo che rischia di «dare fiato e pseudo-legittimaz­ione ai tentativi di commissari­amento (o di espulsione) di Ong sgradite in diverse parti del mondo».

Serve una soluzione L’Italia parli con una sola voce, non ci possono essere politiche ondivaghe

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