Corriere della Sera

Il mistero di Mattia e l’ultimo allenament­o

Modena, il giallo del nuotatore. Potrebbero esserci più indagati. L’allenatore: era un ragazzo sanissimo

- Di Riccardo Bruno

Ora bisogna capire cos’è successo in quella palestra, ampia poco più di un monolocale, dove Mattia Dall’Aglio, il nuotatore di 24 anni, è morto domenica pomeriggio mentre si allenava da solo. La Procura di Modena ha aperto un’inchiesta e potrebbero esserci più indagati.

La palestra dove è morto Mattia Dall’Aglio, il campione di nuoto ventiquatt­renne, è una stanza grande poco più di un monolocale. È una sala con pesi e attrezzi utilizzata dagli atleti del gruppo sportivo dei vigili del fuoco che si preparano nella piscina accanto. Domenica scorsa era chiusa, Mattia era uno dei 4 atleti che poteva chiedere le chiavi al bar e allenarsi. Ha fatto così dopo pranzo, alle cinque e mezza è stato trovato a terra senza vita da un pompiere da poco in pensione.

Cosa ha ucciso questo ragazzo che aveva gareggiato fino ad aprile, in forma e apparentem­ente sano? «Oppure qualcuno l’ha ucciso?», per colpa o negligenza, si stanno chiedendo i magistrati. Per questo il capo della procura Lucia Musti, e la pm Katia Marino a cui è stato affidato il fascicolo, ipotizzano il reato di omicidio colposo e hanno già indagato «una o più persone».

Non indicano nomi né piste privilegia­te, solo provvedime­nti, sottolinea­no, a garanzia di chi viene coinvolto nelle indagini.

L’inchiesta si sviluppa attorno a due filoni. «Capire cosa è avvenuto nel corpo del ragazzo, e cosa è invece successo attorno a lui» spiega il procurator­e. Saranno l’autopsia e le analisi a chiarire se per esempio Mattia aveva una patologia congenita, oppure se aveva assunto farmaci particolar­i che possono avergli provocato la morte.

Il secondo fronte ruota invece attorno a quella saletta dei pesi. «Non è una vera palestra che, come sappiamo, deve avere delle autorizzaz­ioni. Piuttosto una stanza attrezzata alla buona, senza docce né aria condiziona­ta», aggiunge il capo della Procura.

Al centro sportivo, gestito da oltre vent’anni dall’Associazio­ne amici del nuoto, nemmeno vogliono pensare che qualcosa sia andato storto per colpa della struttura. «C’è uno spogliatoi­o con le docce a norma. E l’aria condiziona­ta anche, ma si preferisce far arieggiare — dice uno dei soci —. E non è vero che non c’era nessuno, c’era tanta gente in piscina, e anche nell’area per le arrampicat­e, che è proprio a fianco, stavamo facendo dei lavori di manutenzio­ne».

Mattia in ogni caso è crollato a terra e nessuno se n’è acun corto. Solo l’ex vigile del fuoco Mauro Vincenzi, quando è passato davanti alla porta che era aperta, ha notato quel corpo disteso accanto agli attrezzi. All’inizio ha pensato che si stesse riposando, l’ha chiamato, non rispondeva, ha provato a sentirgli il battito cardiaco. Ha allertato gli ex colleghi, nella caserma che è dall’altro lato del cortile, e il 118, che ha presidio all’interno. Troppo tardi.

Mattia era figlio unico. Il padre Gianluca non riesce a darsi una spiegazion­e: «Era sano, da sempre era sotto controllo medico. Aveva l’anemia mediterran­ea, ma non è una malattia». A vent’anni aveva avuto la mononucleo­si e di fatto perso tutta la stagione agonistica. Le ultime gare la scorsa primavera, poi a maggio si era operato al naso per un piccolo problema di cartilagin­e.

I sogni di gloria nel nuoto si stavano affievolen­do. Dopo i successi nella rana e nello stile libero, le vittorie ai campionati giovanili, la convocazio­ne due anni fa alle Universiad­i in Corea del Sud, adesso stava pensando soprattutt­o a costruirsi un futuro fuori dalla vasca. Studi completati in Economia e marketing, aveva iniziato a lavorare nell’azienda creata dal padre che realizza componenti per l’industria meccanica e aperto una società per esportare negli Stati Uniti le eccellenze del cibo della sua terra. «Sarebbe dovuto partire prima di Ferragosto. Un viaggio in America e in Canada di piacere e lavoro» si commuove Luciano Landi, il suo allenatore da sempre, che lo aveva conosciuto a 14 anni.

«Lo chiamavo affettuosa­mente Aglio — ricorda —. Amava la vita ed era amico di tutti. Stava bene, domenica era andato in palestra solo per tenersi in forma, non stava facendo allenament­i pesanti. Non posso credere che non ci sia più».

 ??  ?? Mattia Dall’Aglio, il nuotatore, 24 anni, morto domenica mentre si stava allenando in una palestra a Modena
Mattia Dall’Aglio, il nuotatore, 24 anni, morto domenica mentre si stava allenando in una palestra a Modena
 ??  ?? Lo sportivo Mattia Dall’Aglio, 24 anni, era un’ex promessa del nuoto azzurro
Lo sportivo Mattia Dall’Aglio, 24 anni, era un’ex promessa del nuoto azzurro

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