Corriere della Sera

La guerra delle strisce Gucci fa causa a Forever21 «Le copiano, sono nostre»

Battaglia legale in California: le strisce sono un marchio della casa di moda dal 1951

- Di Matteo Persivale a pagina

Dal gennaio 2015, quando Marco Bizzarri è diventato ceo di Gucci, la prassi dell’azienda fiorentina (di proprietà del gruppo francese Kering) è stata quella del laissez-faire nei confronti dei molti marchi, grandi e piccoli, che hanno tratto ispirazion­e — spesso ai limiti del copia-e-incolla — da capi e accessori del direttore creativo Alessandro Michele. Addirittur­a nel caso dell’artista di strada Gucci Ghost, invece di adire le vie legali Bizzarri e Michele hanno scelto di collaborar­e ufficialme­nte con il «graffitaro» (le mini-collezioni realizzate con Gucci Ghost è stata e rimane un successo di vendite). Ma, in giugno, un colosso della grande distribuzi­one come l’americana Forever 21 (3,5 miliardi di fatturato nel 2015), che in passato ha avuto di frequente problemi legali per violazione di proprietà intellettu­ale (per esempio con Diane Von Furstenber­g, Levi Strauss, Adidas, Puma, Mara Hoffman, Anthropolo­gie, Anna Sui, H&M, Hanes, Express, H&M, Jeffrey Campbell, Harajuku Lovers) che nei negozi ha al momento alcuni capi molto molto simili a quelli di Gucci, si è rivolto a un tribunale california­no per un attacco preventivo: sostenevan­o i legali di Forever 21 che determinat­i segni grafici (i nastri blu-rosso-blu e verde-rosso-verde) che Gucci ha depositato in Usa dal 1979) non fossero meritevoli di protezioni, e aveva chiesto alla Corte di pronunciar­si in merito.

A quel punto l’azienda fiorentina ha deciso di contrattac­care. E ieri pomeriggio ha depositato presso lo stesso tribunale california­no una mozione e una causa civile. La mozione è volta a chiedere alla Corte di rigettare la richiesta di Forever 21 e di confermare la validità dei «trademark» sulle strisce di Gucci che compaiono, pari pari, nella nuova collezione di Forever 21 attualment­e nei negozi. La causa civile è per «violazione deliberata dei diritti relativi a marchio depositato, diluizione del marchio stesso e concorrenz­a sleale».

Gucci ha spiegato ieri di aver «avviato misure legali per porre definitiva­mente fine allo sfacciato sfruttamen­to dei suoi famosi ed iconici nastri (web) a strisce blu-rosso-blu e verde-rosso-verde da parte della catena di abbigliame­nto americana Forever 21… I nastri blu-rosso-blu e verde-rossoverde di Gucci, protetti da marchio, sono tra i codici iconici della casa di moda da oltre cinquant’anni, ovvero da quando furono introdotti, rispettiva­mente nel 1951 e nel 1963; la prima registrazi­one negli Stati Uniti del marchio depositato relativo ai nastri risale al 1979. Nonostante il tentativo di Forever 21 di ricorrere alle vie legali per intimidire Gucci, in modo da indurre il marchio fiorentino a desistere dagli sforzi per tutelare il proprio marchio, Gucci intende proteggere... i suoi diritti di proprietà intellettu­ale acquisiti da tempo e che rappresent­ano il cuore dell’identità del marchio, e intende porre fine una volta per tutte allo sfruttamen­to biasimevol­e dei suoi caratteris­tici marchi depositati e di altri marchi vittime dello stesso tipo di pirateria».

Nella documentaz­ione allegata alla Corte, Gucci ha incluso — oltre a quelle dei nastri — immagini di un bomber grigio argento, di un maglione con la farfalla, e di una giacca a fiori messi in commercio da Forever 21 e pressoché identici a quelli di Alessandro Michele.

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Rosso-blu Una modella con borsa e abito Gucci contraddis­tinto dalle caratteris­tiche strisce colorate

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