Renzi telefona ai due ministri Nel fronte «pro Graziano» si schierano Madia e Boschi
Il segretario assicura al premier: ti aiuto a ricomporre il quadro
Si era ripromesso di starsene in vacanza per tre settimane, Matteo Renzi. Ma quando ha capito che nel governo le cose sui migranti si mettevano (molto) male e che la tela del Pd rischiava di strapparsi irreparabilmente, il leader ha chiamato uno a uno i protagonisti dello scontro. La prima telefonata è stata per Paolo Gentiloni, al quale il segretario dem ha offerto la sua disponibilità per «aiutare a ricomporre il quadro». E questa era la parte facile del lavoro, visto che il capo del governo è più interessato di Renzi a non veder precipitare anzitempo il suo esecutivo.
Più difficile è stata la mediazione tra Marco Minniti e Graziano Delrio per chiudere (copyright Alfano) «il derby tra rigore e umanità». Nei giorni scorsi l’ex premier aveva apertamente sposato la linea dura del Viminale sulle Ong, ma alcune affermazioni del ministro delle Infrastrutture sul dovere di salvare vite umane in mare sono nelle sue corde. E così Renzi ha evitato di schierarsi e ha telefonato a entrambi. Con Minniti si è complimentato perché gli sbarchi stanno diminuendo, a Delrio ha detto di aver apprezzato le sue dichiarazioni sui giornali e a tutti e due ha raccomandato di «dare una mano» a evitare frizioni nell’esecutivo, in un momento così delicato per il Paese.
La tensione però resta alta, nel Pd e nel governo. Delrio, che ha parlato con Gentiloni, non ha alcuna intenzione di chiamare Minniti per sciogliere il ghiaccio, convinto com’è che la richiesta di un chiarimento tocchi a chi ha disertato polemicamente il Consiglio dei ministri. E nella minoranza del Pd gira il sospetto che Renzi «più che mediare voglia spaccare, per accelerare le elezioni». I dem sono divisi anche in base alle provenienze politiche e religiose, prova ne sia il fatto che mondo cattolico e Vaticano si sono attestate sulla linea «umanitaria» di Delrio. Il ministro è ancora «amareggiato e stupefatto» per il forfait di Minniti, ma rincuorato dai tanti attestati di solidarietà che ha ricevuto. Maria Elena Boschi, assicurano dall’entourage di Delrio, condivide la convinzione che le regole del diritto internazionale non si possano eludere e che i migranti, una volta in mare, devono essere soccorsi.
Così la pensa la ministra Marianna Madia, che ieri ha retwittato l’intervista di Delrio a Repubblica, come ha fatto anche la viceministra allo Sviluppo economico Teresa Bellanova. E se le ministre dem solidarizzano con il titolare dei Trasporti, dirigenti di Forza Italia come Gasparri e Romani appoggiano Minniti e si scagliano contro Delrio. Il tema evocato con malizia dagli avversari è quello della leadership, poiché Renzi e i duellanti hanno tutti e tre il fisico e le ambizioni per correre da aspiranti candidati premier. Il che spiegherebbe in parte la drammatizzazione di queste ore.
Da Delrio a Orlando, da Martina a Fedeli, diversi ministri rimproverano a Minniti di muoversi troppo in autonomia e lui, il titolare dell’Interno, è stufo di sentirsi ostacolato dai Trasporti. «Non fanno che mettermi i bastoni tra le ruote», va ripetendo sottovoce. Come dice il Guardasigilli Andrea Orlando, solo il «buonsenso» può risolvere una vicenda tanto delicata.