Corriere della Sera

«Da cattolico dico: Delrio sia realista Umanità e regole non sono in conflitto»

Lupi: l’immigrazio­ne clandestin­a va governata o si lascia spazio al populismo

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«Mi sembra che non si possa che essere d’accordo con Minniti. Credo che il ministro dell’Interno stia interpreta­ndo correttame­nte il modo di affrontare contempora­neamente lotta agli scafisti, controllo dei flussi e accoglienz­a». Maurizio Lupi, capogruppo di Alternativ­a popolare alla Camera e profondiss­ime radici cattoliche, è convinto che il tema della gestione dei migranti vada affrontato «con realismo e pragmatism­o, e non in maniera ideologica».

Il ministro delle Infrastrut­ture non avrebbe dovuto criticare il responsabi­le del Viminale per il codice di condotta imposto alle Ong?

«Delrio ha sbagliato a contrappor­re guerra agli scafisti e regole per le Ong. Le organizzaz­ioni che si occupano di salvare i migranti in mare devono rispettare criteri severi. Oltre al dovere dell’accoglienz­a, esistono la sicurezza dei cittadini e la necessità per il Paese di stabilire numeri di ingresso».

Delrio si appella ai doveri umanitari.

«La mia sensibilit­à e la mia storia mi legano all’Africa, e so bene quanto faccia la cooperazio­ne. Ma proprio per questo ritengo che tutti debbano aiutare a rispettare le regole. Anche per contrastar­e il rischio populismo».

Si riferisce alla crescita di malumore e timore?

«Sì, una reazione trasversal­e a destra, sinistra, centro. Se non si governa l’immigrazio­ne clandestin­a, si lascia spazio a quel pezzo di “pancia” che genera populismo».

La divisione tra i due ministri è stata letta anche come scontro fra l’area cattolica e quella più di sinistra del Pd.

«Non ci sto a ridurre in schemi formazione ed esperienza cattoliche. Il cattolico insegna a stare nella realtà e fa sintesi di tutti i valori della vita umana: dalla sicurezza, alle libertà personali, all’accoglienz­a dell’altro. Delrio non perda di realismo».

Eppure alcune voci ecclesiast­iche lo appoggiano.

«La Chiesa richiama giustament­e l’accento fondamenta­le della propria missione. Però poi spetta a chi ha delle responsabi­lità, in questo caso di governo, il fare sintesi: usare alcuni valori come bandiera vorrebbe dire non fare i conti con la realtà. E oggi la realtà ci dice che la situazione era diventata insostenib­ile. Anche per gli stessi migranti, il cui arrivo incontroll­ato impedisce di garantire loro dignità».

Questo scontro mina la tenuta del governo?

«Ormai la legislatur­a volge al termine. Comunque, non voglio entrare nelle beghe del Pd. Ogni volta che si affronta un problema di fondo, dalla sicurezza al Jobs act, emerge la contraddiz­ione tra la sua anima più legata a un pezzo della storia di sinistra e quella più riformista. E ogni volta il Pd implode».

Un mese fa il segretario del Pd Renzi dichiarava: «Gli immigrati, aiutiamoli a casa loro».

«Credo che dare dignità di vita nel Paese di nascita sia il compito più importante della cooperazio­ne. Quanto a Renzi, prova a tenere insieme il suo partito: non lo invidio».

Alcune voci nella Chiesa appoggiano il ministro? Pongono l’accento sulla loro missione essenziale, ed è giusto Ma spetta a chi ha incarichi istituzion­ali trovare la sintesi

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Chi è Maurizio Lupi, 57 anni, capogruppo di Ap alla Camera

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