Corriere della Sera

La mini atomica di Kim, Trump: «Fuoco e fiamme»

Gli 007 Usa avrebbero scoperto che la Corea del Nord è capace di armare un missile con una testata nucleare La reazione della Casa Bianca è durissima: «Basta minacce o Pyongyang farà i conti con una furia mai vista»

- Guido Olimpio

Il presidente Trump in gennaio aveva tuonato: «Non può accadere». E pochi giorni fa il suo consiglier­e per la Sicurezza nazionale McMaster aveva rincarato: «Sarebbe intollerab­ile». Cosa? Che la Corea del Nord sia in grado di colpire il territorio americano con un missile nucleare. Ora il Washington Post ha rivelato che gli scienziati di Kim sono riusciti a mettere a punto un mini-testata atomica con la quale armare un vettore. Traguardo raggiunto con largo anticipo rispetto a precedenti analisi.

Le notizie sono un brusco richiamo alla realtà — allarmante — ma anche la «preparazio­ne» dell’opinione pubblica ad una situazione complessa. Tanto è vero che il presidente, entrando nel pericoloso ping pong di dichiarazi­oni ad effetto, ha commentato le indiscrezi­oni nel suo stile: «È meglio che la Nord Corea non minacci ulteriorme­nte gli Stati Uniti. Altrimenti faranno i conti con le fiamme e una furia che il mondo non ha mai visto prima d’ora».

La Dia, l’agenzia dello spionaggio militare statuniten­se, ha redatto il 28 luglio un rapporto dove si fissano alcuni elementi: 1) Gli scienziati del Nord hanno colmato il gap e sarebbero riusciti a perfeziona­re la testata che dovrebbe poi essere installata sui vettori interconti­nentali provati a cadenza mensile. 2) Si tratta di un’evoluzione importante: ad oggi il regime potrebbe contare su una sessantina di ordigni, però di dimensioni più «grandi» e dunque non compatibil­i con un missile strategico. 3) Non è però chiaro se i tecnici abbiano già provato la nuova «creazione». La propaganda del Nord sostiene di sì, gli osservator­i sono più prudenti. E le spie hanno ostacoli nel loro lavoro di «osservazio­ne». Non mancano dubbi sulle capacità del cosiddetto veicolo di rientro, in quanto per alcuni specialist­i potrebbe andare distrutto durante il passaggio nell’atmosfera.

Le stime statuniten­si trovano riscontri in quelle giapponesi. Tokyo è in prima linea, si sente minacciata e nelle ore precedenti allo scoop del Washington Post aveva messo in guardia: attenti, lo status del nucleare nordcorean­o è molto più avanti di quello che avevamo pensato. Inoltre fonti diplomatic­he aggiungono che la baldanza di Kim Jong-un sarebbe un indizio significat­ivo. Il giovane leader sa di avere buoni artigli e probabilme­nte ha raggiunto la soglia che desiderava. Impossibil­e tornare indietro. Da qui i timori di chi è sempre stato vicino, geografica­mente e politicame­nte: la Cina. Se Pechino ha appoggiato le nuove sanzioni — spiegano — è perché è consapevol­e dei progressi bellici dello scomodo partner.

La Casa Bianca, insieme ai suoi alleati regionali, deve elaborare una reazione. Da mesi il Pentagono ha elaborato piani per reintrodur­re gli ordigni nucleari nel Sud, una delle ipotesi militari studiate dai generali insieme ad un rafforzame­nto dello scudo missilisti­co e ai pattugliam­enti affidati ai bombardier­i B1. Nei giorni scorsi ci sono state esercitazi­oni congiunte di sudcoreani e americani per segnalare la volontà di contrastar­e le iniziative del dittatore. Ma come è ormai evidente esiste una sproporzio­ne tra quanto fa Kim e la replica dei suoi antagonist­i. Ogni lancio di vettore da parte del Nord è un mattone nella

L’avvertimen­to Tokyo aveva messo in guardia: il nucleare nordcorean­o è più avanti di quanto immaginato Il futuro La Casa Bianca, insieme ai suoi alleati regionali, deve elaborare una risposta

costruzion­e di un apparato di tutto rispetto. Il report della Dia ne è la conferma più chiara. Di conseguenz­a nel fine settimana Washington ha spedito messaggi forti: tutte le opzioni sono aperte, non è escluso un «attacco preventivo», contiamo però sulla pressione internazio­nale attraverso le sanzioni. Il Nord ha retto il gioco minacciand­o «una severa lezione».

Il quadro tattico resta poi sempre in fermento. I cinesi hanno condotto manovre al largo della penisola mentre è stata segnalata l’attività di un’unità della Marina nordcorean­a, molti si attendono il tiro di sistemi anti-nave. Lo stesso Donald Trump ha twittato la notizia in merito lanciata dalla tv Fox, poi nel pomeriggio la promessa di fuoco e fiamme. Quanto potrà durare questa guerra di parole? Il presidente americano è consapevol­e che lo stanno «misurando» e non solo a Pyongyang. L’Iran, altro Paese in linea di tiro per i suoi programmi strategici, vuol capire quali siano i margini di manovra.

 ??  ?? Applausi Il dittatore nordcorean­o Kim Jong-un si congratula con i suoi generali dopo il lancio di un missile Icbm. Kim è al potere dalla morte del padre Kim Jong-il, nel dicembre 2011
Applausi Il dittatore nordcorean­o Kim Jong-un si congratula con i suoi generali dopo il lancio di un missile Icbm. Kim è al potere dalla morte del padre Kim Jong-il, nel dicembre 2011

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