Corriere della Sera

Il papà di Nicholas Green e le storie delle famiglie che scelgono di incontrars­i

LA DONAZIONE DEGLI ORGANI In Italia è vietato, ma a volte è utile. I limiti della legge

- Di Giuseppe Remuzzi

«Sapere come sta chi ha ricevuto gli organi di Nicholas (il bambino ucciso in autostrada durante una vacanza in Calabria) ci aiuta moltissimo» ha dichiarato il padre, Reginald Green in un’intervista recente. Ma in Italia non si può, la legge vieta ai familiari di chi ha donato un organo di prendere qualunque contatto con chi l’ha ricevuto. È per evitare che chi ha donato possa chiedere qualcosa in cambio e anche per evitare di star male quando il trapianto dovesse fallire. Reginald capisce ma non condivide.

«Basta tutto questo a giustifica­re una vita piena di dubbi?». E vale anche per chi riceve: «Non sopporto di non sapere nulla di te, mi sento incompleto, come posso rivolgerti i miei pensieri e il mio amore se no so neanche il tuo nome?», è un trapiantat­o di cuore che scrive così al suo donatore (donna? uomo? chi lo sa?). Qualcuno però non si rassegna a dispetto della legge; Claudio — non è il suo vero nome — ha fatto il possibile e l’impossibil­e e alla fine scopre che il rene l’ha avuto da una ragazza di diciotto anni morta in un incidente stradale. Da allora un certo giorno

Le statistich­e Negli Stati Uniti l’80 per cento di chi ha ricevuto vorrebbe sapere I medici sono contrari

di giugno di ogni anno (è il giorno del trapianto) Claudio si fa quasi quattrocen­to chilometri per portare un fiore sulla tomba di Carla. E lì incontra i genitori di lei, da allora si sentono spesso, Claudio è uno di famiglia ormai. A sentire Reginald Green e pensando a questa storia viene da chiedersi perché mai familiari dei donatori e riceventi non si debbano incontrare.

Ma se penso al guaio che ha combinato la mamma di Laura mi vengono moltissimi dubbi. La piccola nasce con una grave malattia genetica, va avanti grazie a fisioterap­ia respirator­ia, ossigeno, antibiotic­i da cambiare continuame­nte e poi le vene che non si trovano e tanto d’altro, una vita d’inferno. Il trapianto arriva quando Laura ha ormai 20 anni, e da allora cambia tutto. Adesso può fare quello che fanno gli altri, camminare, correre e persino ballare. Tutto bene allora? Sì, fino a quando la mamma non le racconta quello che era riuscita a sapere. Chi ha lasciato i suoi polmoni a Laura si chiama Andrea, è morto in discoteca come muoiono i ragazzi qualche volta, gli stessi giorni del trapianto di Laura. Mettere insieme le due circostanz­e

● L’automobile su cui viaggiava, una Autobianch­i Y10, fu scambiata per quella di un gioiellier­e da alcuni rapinatori che tentarono un furto, degenerato poi nell’omicidio del piccolo

● Nicholas Green è deceduto qualche giorno dopo in un ospedale a Messina. Alla sua morte, i genitori autorizzar­ono il prelievo e la donazione degli organi

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