Valeria e quei pregiudizi che Napoli ha cancellato «Mi sentivo come Bisio in Benvenuti al Sud» Da Treviso per seguire il marito. «Ora piango a lasciarla»
«Vedi Napoli e poi muori» scriveva Goethe nelle lettere del suo Viaggio in Italia, 1787, citando il detto locale: è così bella che se l’hai vista non hai bisogno di vedere altro. Valeria Genova, trentaduenne di Treviso, l’aveva preso un po’ troppo alla lettera: «Quando nel 2015 ho saputo che avrei dovuto seguire mio marito a Napoli mi sono messa a piangere — racconta —. Avevo paura. Dico solo che mia nonna mi ha salutata con queste parole: “Stai attenta ai proiettili volanti”».
Adesso per lei è venuto il momento di lasciare il capoluogo campano e ha scritto un addio su Facebook così pieno d’amore per la città da essere diventato virale, con oltre 34 mila like e più di 14 mila condivisioni in meno di una settimana. Tanto che i tifosi del Napoli l’hanno invitata in curva a vedere l’amichevole di oggi allo stadio San Paolo. Ha promesso che ci andrà, se possibile anche con la figlia di due anni, sicuramente con il marito. Lui è pilota dell’areonautica e, dopo un periodo in Inghilterra e un altro in Veneto, era stato trasferito a Pozzuoli.
Valeria però di Napoli conosceva solo il sentito dire. «Benvenuti al Sud non è un’esagerazione, è proprio realtà; io mi sentivo come Bisio, sfigata nel dover andare a vivere in una città piena di problemi, come se fossi in mezzo al Far West», ha scritto nel post. Preconcetti, ammette a ragion veduta: «Sono passati due anni in cui ho vissuto Napoli in tutte le sue sfaccettature e non posso sentirmi più scema per tutti i pregiudizi che avevo su di lei — confessa —. Posso affermare con assoluta certezza e convinzione che Napoli è casa mia». E ancora: «In Napoli mi sono tuffata e adesso non vorrei più uscirne, vorrei stare per sempre tra le sue braccia, cullata dalle tante cose che la rendono speciale. Sì il clima, sì il mare, sì il cibo... ma è molto di più! Napoli è cultura, è ricchezza e povertà, è un groviglio di storie e racconti, è poesia e musica, è allegria e caparbietà, è capacità di vivere appieno la vita, è amore e consapevolezza».
A cambiare le cose è stata l’accoglienza del quartiere di Posillipo prima, poi della città intera: «Non conoscevo nessuno, non avevo né amici né parenti. Ma dopo tre giorni — racconta — la mamma di un bambino che era al nido con mia figlia mi ha iscritta in un gruppo WhatsApp con altre mamme e ha organizzato una piccola festicciola. Sono diventate le mie grandi amiche. La gente del Sud ha una propensione verso l’altro, un affetto, un comportamento accogliente e accudente che al Nord ci scordiamo».
Infine è arrivata la scoperta della cultura che affonda le radici nella storia partenopea: «L’anima di Napoli è il teatro —spiega —. Per me, abituata a vedere quelli al Nord che faticano a riempire la sala, assistere al San Carlo sempre pieno è stata una grande emozione».
Questa settimana Valeria traslocherà a Roma, la nuova destinazione del marito. «Farò l’ambasciatrice di Napoli» ha promesso. Porterà con se orizzonti un po’ più ampi e le parole di Alessandro Siani in Benvenuti al Sud: «Quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte».
Alla partenza dal Veneto mia nonna mi ha salutata dicendo: «Stai attenta ai proiettili volanti». Io pensavo che mi sarei trovata nel Far West