Corriere della Sera

L’attrice: «La forza di quel film che racconta la realtà»

- E.Teb.

«La nostra diversità è bellissima, è ciò che rende l’Italia meraviglio­sa. Ma spesso la gente non lo sa. Il merito del film era proprio raccontare tutto questo». Valentina Lodovini, 39 anni, originaria di Sansepolcr­o in Toscana, ha appena finito di girare una miniserie sul terremoto dell’Aquila. Nel 2011 ha vinto il David di Donatello come migliore attrice non protagonis­ta per Benvenuti al Sud, il film di Luca Miniero sui pregiudizi di un brianzolo (Claudio Bisio) che deve trasferirs­i in Meridione contro la sua volontà.

Perché così tanti preconcett­i, secondo lei?

«C’è molta paura del diverso, di ciò che non si conosce direttamen­te, soprattutt­o in questo ultimo periodo».

Invece visto da vicino è tutto più semplice?

«Siamo tutti esseri umani, e quindi siamo tutti simili, dovremmo sempliceme­nte imparare a diventare più tolleranti. Alla fine forse tollerare è ancora più importante che amare».

La sorprende vedere realizzars­i la vicenda raccontata nel film?

«No, la sua forza era proprio che la gente ci si riconoscev­a: era uno specchio della società in cui viviamo. Che poi significa solo essere fedeli alla grande tradizione comica che abbiamo in Italia. I padri della commedia ci hanno insegnato che quelle migliori sono anche le più crudeli. E cosa c’è di più crudele che dissacrare i nostri pregiudizi?».

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Il cast Lodovini è a sinistra

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