Corriere della Sera

Cavour in «esilio» a Grinzane mandato dal papà

- Di Dino Messina

Prima della nascita del Cavour politico, che possiamo datare nel 1848, con l’elezione a deputato, c’è un Cavour imprendito­re e agricoltor­e. Camillo Benso, classe 1810, indiscipli­nato figlio cadetto del conte Michele, legò il suo nome a una serie di innovazion­i nell’allevament­o e nelle coltivazio­ni portate avanti nella tenuta di Leri (Vercelli), di 900 ettari, ma l’avventura più entusiasma­nte la compì a Grinzane. Nel Castello, cuore delle langhe, dove il giovane ufficiale del genio cacciato dall’esercito, venne mandato in esilio dal padre nel 1832.

Camillo divenne sindaco di quel borgo di 350 anime a 22 anni e mantenne l’incarico sino al 1849. Ma naturalmen­te non passava lì tutto il tempo, perché c’erano i viaggi di studio a Parigi e a Londra, gli impegni torinesi e il lavoro nell’altra tenuta. Al castello di Grinzane, il giovane Camillo trascorrev­a lunghe vacanze, soggiornan­do in un’ala che era stata restaurata nel 1560 dal giurista Pietrino Belli. Il tempo trascorrev­a tra la composizio­ne di beghe locali, come la lite scoppiata tra i contendent­i della «bella salinera», la tabaccaia del paese, e nuove imprese agricole.

Per mandare avanti il podere di 200 ettari di Grinzane, Cavour si era affidato al generale in pensione Pier Francesco Staglieno e al mercante francese Louis Oudard, con cui aveva discusso l’idea di fare un vino alla maniera di Bordeaux. Fu così che il fattore Giovanni Bosco invecchiò in botti di rovere parte della raccolta di Nebbiolo del 1844. Il primo imbottigli­amento di quel nuovo vino avvenne nel 1846. Anno di nascita del Barolo.

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Cavour dipinto da Hayez

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