Corriere della Sera

La carica dei fondi americani, Fidelity e Vanguard sbarcano a Milano

- di Fausta Chiesa

I fondi americani muovono su Milano. O meglio: prendono (o rafforzano) la loro posizione ora che — complici le recenti riforme fiscali (decreto Pagano, flat tax per gli ultra ricchi, capital gain tax e soprattutt­o i Pir) — la capitale finanziari­a italiana sta diventando una piazza d’elezione per gli asset manager internazio­nali. Entro fine anno sbarcherà con sede nella zona di Porta Nuova (si vocifera la Torre Diamante, già sede di Bnp Paribas) Vanguard, prima investment company al mondo nei fondi comuni e seconda negli Etf (l’altra è BlackRock) con 4 mila miliardi di dollari di amasse in gestione. Il gruppo fondato nel 1975 e diventato famoso per la sua offerta low cost ha 180 fondi distribuit­i negli Usa più altri 175 collocati in 170 mercati esteri.

«Vanguard cresce in Europa, raccoglien­do attivi delle assicurazi­oni in Svizzera e attivi dei fondi pensione in Olanda. Con lo sbarco in Italia completa la strategia di raccolta con il più grande mercato europeo di attivi del risparmio privato. Nel risiko europeo Milano è complement­are», commenta Bepi Pezzulli, presidente di Select Milano, il comitato che promuove il capoluogo lombardo come capitale finanziari­a.

Se Vanguard è una new entry, Fidelity Internatio­nal si allarga. La terza società di gestione del risparmio al mondo aprirà uffici commercial­i, si parla di mille metri quadrati in corso Matteotti. Fidelity opera da oltre 40 anni opera su tutti i mercati finanziari internazio­nali unicamente nell’ambito del risparmio gestito e gestisce asset per un valore totale di 2.130 miliardi di dollari, attraverso oltre 100 fondi in distribuzi­one.

Con BlackRock e Franklin Templeton già posizionat­i sull’Italia, la competizio­ne internazio­nale impone anche agli altri gestori dei fondi comuni di stabilire un hub di distribuzi­one commercial­e di pari scala. E l’hub non può essere che a Milano, già sede della finanza italiana e ora resa ancora più attrattiva dai recenti sviluppi normativi. «Le esigenze di diversific­azione delle casse di

Risparmio gestito Le Sgr guardano agli oltre 3 mila miliardi di ricchezza privata ancora non gestita

previdenza rendono Milano una piazza chiave per gli asset manager internazio­nali, che offrono ora soluzioni d’investimen­to e consulenza accanto alla tradiziona­le distribuzi­one di fondi», commenta ancora Pezzulli. Milano rappresent­a anche la porta d’accesso all stock di ricchezza privata italiana ancora aggredibil­e e che al momento finanzia soprattutt­o le economie straniere. In Italia ci sono 5.200 miliardi di risparmio privato, soltanto di cui 2.005 miliardi in risparmio gestito. Quindi quasi 3.200 miliardi sono potenzialm­ente disponibil­i per il business delle Sgr, specialmen­te in un periodo in cui a causa dei tassi bassi altre forme di investimen­to — a partire dai titoli di Stato — non danno più rendimenti appetibili.

Il trend della raccolta dei fondi, infatti, è al rialzo. In base ai dati di Assogestio­ni, soltanto nel mese di giugno le sgr hanno raccolto in Italia 8,1 miliardi di euro, finiti tutti in fondi azionari, obbligazio­nari, flessibili, monetari e bilanciati. Da inizio anno le sottoscriz­ioni complessiv­e ammontano a 56,5 miliardi e hanno portato il patrimonio a 2.005 miliardi.

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