Corriere della Sera

Salvataggi, battaglia in Europa «Caso Venete, ora più vincoli»

König: maggiori restrizion­i per gli Stati. Bruxelles: nessuna modifica

- Fabrizio Massaro

Non è rimasta senza strascichi in Europa la soluzione «all’italiana» trovata per Popolare di Vicenza e Veneto Banca, i due istituti che — dopo aver provato ad accedere alla «ricapitali­zzazione precauzion­ale» — sono stati messi in liquidazio­ne secondo la legge nazionale anziché secondo la direttiva Ue sul bail-in. Ieri si è fatta sentire la presidente del Single resolution board (Srb), l’unità di «risoluzion­e bancaria» europea, Elke König, sollecitan­do una stretta sulle norme Ue: «Dobbiamo assicurarc­i che non si mettano gli incentivi sbagliati nel sistema», ha dichiarato al Financial Times. La replica della Commission­e Ue è stata netta: «Non abbiamo intenzione di cambiare le nostre regole», ha risposto il portavoce Mina Andreeva, «il settore ha bisogno di certezza legale» e la Ue intende «applicare le regole che abbiamo».

Quella sulle banche venete di giugno è stata una scelta legittima del governo italiano — che ha ceduto la parte sana dei due istituti a Intesa Sanpaolo con anche una dote di 5 miliardi — e realizzata in accordo con Bruxelles applicando la «comunicazi­one» Ue del 2013 che fissa le linee guida sugli aiuti di Stato. Per le banche introduce il principio del «burden sharing», cioè che vadano toccati azionisti e obbligazio­nisti subordinat­i (i più rischiosi) prima che lo Stato immetta capitali a sostegno. Il ricorso alla liquidazio­ne secondo il diritto italiano ha applicato la comunicazi­one 2013» ma di fatto ha aggirato le norme Ue sul «bail in» che richiedono di intaccare anche bond senior e i correntist­i fino a centomila euro per coprire le perdite, prima dell’aiuto di Stato. Una scelta criticata innanzitut­to dalla Germania.

Il bail in è stato evitato grazie a un passaggio tecnico-giuridico: gli istituti sono stati dichiarati dallo Srb — l’ente guidato da König — come «non sistemici», cioè troppo piccoli per far scattare la normativa Ue. Solo che poi le due banche hanno comunque ottenuto «aiuti di Stato» con l’ok della Direzione Concorrenz­a Ue (Dg Competitio­n) guidata da Margrethe Vestager come sostegno all’economia del Nord Est. Secondo fonti a conoscenza del dossier lo Srb, che ha ampia discrezion­alità in materia, ha dato il via libera anche su pressione della Commission­e.

Adesso König presenta il conto: «Penso che la Commission­e sarebbe d’accordo sul fatto che a un certo punto le regole devono essere cambiate». Per Konig servono norme Ue «più stringenti» ma comunque con spazi agli Stati per fornire «aiuti alla liquidazio­ne», per esempio anche con una moratoria per congelare i trasferime­nti di denaro da una banca in difficoltà e con norme per aggredire più facilmente i bond senior.

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