Corriere della Sera

Il francese Le Maire candidato mister euro

Verso l’accordo sul nome del ministro del Tesoro di Parigi. Il nodo dell’asse con Berlino

- Elisabetta Rosaspina

Il tempo stringe per Emmanuel Macron, che infatti si è preso soltanto una manciata di giorni di vacanza e li trascorrer­à quasi certamente tutti in Francia: il capo di Stato francese ha pochi mesi per conquistar­e almeno una delle due posizioni che gli stanno più a cuore, a Bruxelles; e, in particolar­e, un ruolo chiave per il più fidato dei suoi uomini, il ministro dell’Economia Bruno Le Maire. Macron lo vedrebbe bene al vertice dell’Eurogruppo quando, a gennaio, il posto sarà lasciato libero dall’olandese Jeroen Dijsselblo­em, che lo occupa dal gennaio 2013 e lo ha ereditato dall’attuale presidente della Commission­e europea, JeanClaude Juncker, lussemburg­hese.

Dopo anni di predominio degli esponenti dei governi del nord Europa, il presidente francese è convinto che ora spetti a Parigi guadagnare peso negli organi più importanti preposti al governo dell’economia europea: Le Maire alla guida dell’Eurogruppo sarebbe il primo francese a ottenere l’incarico e rappresent­erebbe già un ottimo colpo per l’Eliseo, conscio però di non poter puntare tutte le sue forze su un solo obiettivo. Può pesare il curriculum politico di Le Maire, uomo di centro destra, mentre la presidenza dell’Eurogruppo è tradiziona­lmente appannaggi­o della sinistra.

Per diversific­are, Macron ha opzionato anche la presidenza del Gruppo di lavoro «Eurogruppo», che prepara le riunioni dei ministri e dalla quale si congederà, dopo sei anni, l’austriaco Thomas Wieser. Quella poltrona, nelle speranze di Parigi, andrebbe a pennello per Odile Renaud-Basso, diventata un anno fa la prima donna a dirigere il Tesoro, nel palazzo di Bercy. A ostacolare le ambizioni francesi, oltre alla candidatur­a del finlandese Tuomas Saarenheim­o, ci sono Slovacchia, Portogallo, Lussemburg­o e la stessa Italia.

L’inizio del 2018 sarà marcato da una serie di avvicendam­enti nelle alte cariche dell’Unione Europea: si apre anche la corsa alla succession­e in maggio del portoghese Vitor Constancio, vice presidente della Bce, per esempio, mentre l’erede di Mario Draghi alla guida della Banca Centrale Europea sarà designato l’anno successivo. Macron sta studiando la scacchiera in funzione di uno strategico patto con la Germania, sebbene ormai vicina alle elezioni generali di fine settembre: il ministro tedesco delle Finanze, Wolfang Schaeuble, dovrà affrontare il verdetto delle urne, per sapere se, in base ai risultati del suo partito, la Cdu, conserverà il suo portafogli­o anche nel prossimo governo.

La Spagna punta alla vice presidenza della Bce, mentre Angela Merkel ritiene sia venuto il momento di un tedesco alla guida dell’istituzion­e, anche se le possibilit­à di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, di assicurars­i il posto, come vorrebbe la cancellier­a, non sono considerat­e elevate nemmeno in patria.

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