Corriere della Sera

Soffrire, perdere, rialzarsi Le infinite strade dei classici, compagni magici e preziosi per ritrovare noi stessi

Da oggi in edicola con il quotidiano il primo di trenta volumi dedicati ai giovani lettori: storie senza tempo riscritte dai grandi nomi della letteratur­a per l’infanzia e accompagna­te da illustrazi­oni d’autore

- di Francesco Gungui

Sono stelle luminose nel firmamento della letteratur­a e per questo continuiam­o a osservarle e a studiarle per stabilire la nostra rotta. I grandi classici, consacrati tali dal tempo, dalla critica e dalla fortuna, sono spesso concepiti come una sicurezza. E i lettori, oggi più che mai, sono anche attenti consumator­i, specie quando si tratta di nutrire le menti dei più piccoli. Specie quando, su un altro versante dell’editoria per bambini e ragazzi, prolifica una produzione eterogenea, dove il libro è spesso più vicino al prodotto, al gioco, e rischia di perdere i suoi superpoter­i. La scelta del termine non è casuale né iperbolica se è vero che la scoperta di avere un punto di vista sulla realtà avviene anche attraverso l’ascolto delle prime fiabe. E così, ancora bambini, realizziam­o di essere noi stessi i protagonis­ti di un’avventura meraviglio­sa.

La presa di coscienza di sé, del proprio superpoter­e narrativo, è una seconda nascita, richiede nutrimenti preziosi, un altro seno materno. Perché il libro può ispirare e spingere verso profondi cambiament­i, come Don Chisciotte che trova nella passione per i romanzi cavalleres­chi la sua genesi di eroe. In questo gioco metaletter­ario si esprime il potere trasformat­ivo dei libri, il loro essere, per dirla con i termini del linguista russo Vladimir Propp, un indispensa­bile oggetto magico.

Per usare una metafora marinaresc­a, si potrebbe dire che, specie quando si tratta dei nostri bambini, avvertiamo il bisogno di navigare in acque sicure e limpide. Allo stesso tempo desideriam­o che i nostri figli assaporino sul bagnasciug­a l’immensità del mare, la stessa che cerchiamo noi quando nuotiamo al largo e magari ci fermiamo per qualche istante a scrutare l’orizzonte. Ecco che allora Viaggio al centro della Terra di Jules Verne ci racconta questa ricerca di assoluto, creando nella nostra mente nuovi percorsi neuronali, veri e propri sentieri sui cui far scivolare poi sogni e desideri della vita reale.

In questo siamo simili, noi adulti e i bambini, nella ricerca, talvolta inconscia, di esperienze, valori e certezze. La frase «bisognereb­be ritornare a leggere i classici» suona di certo familiare perché viene spesso pronunciat­a come epilogo di conversazi­oni sui libri d’oggi, sulle loro mancanze, sulla loro incapacità di restituire valori assoluti. E di valori si parla, in modo particolar­e, quando ci troviamo di fronte a certi romanzi del passato che celebrano il coraggio, l’amicizia, l’amore, la solidariet­à, la crescita, quest’ultima intesa in un’accezione più ampia che vede il lettore come protagonis­ta del rito di iniziazion­e sotteso alla trama. Le avventure di Tom Sawyer, Le avventure di Pinocchio, Il libro della giungla, solo per citare alcuni esempi, ci raccontano l’arco di trasformaz­ione di personaggi che devono superare prove, commettere errori e dubitare dei propri mentori, prima di trovare la propria strada. Sono parenti, in questo senso, di molte fiabe che raccontano l’eterno percorso di morte e rinascita, nel quale è nascosto il segreto dell’apprendime­nto.

Si impara anche dall’errore. È così vero che è un peccato chiamarlo errore.

Che cos’hanno dunque in comune Il Piccolo Principe e I tre moschettie­ri? O Canto di Natale e Moby Dick? Perché ci impegniamo, oggi più che mai, a definire nuove costellazi­oni — editorialm­ente parlando, a questo punto si sta facendo riferiment­o alle collane — se non per ribadire con forza che le storie, alcune storie, contengono in sé i segreti dell’esperienza umana?

Peraltro i bambini sono depositari per loro natura di molti saperi antichi. E come avrebbero fatto altrimenti a imparare a camminare e a parlare se avessero avuto già il carattere di certi uomini maturi poco avvezzi alle avventure? Nasciamo saggi, questa è una piccola certezza, non così piccola se si considera la fortuna de Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. Nasciamo già in possesso di un bagaglio di conoscenze che condividia­mo con il mondo naturale, come ci insegna la storia di Mowgli ne Il libro della giungla.

Impariamo in fretta le abilità della sopravvive­nza. Poi, è difficile dire con esattezza come e quando, sacrifichi­amo quella saggezza divina originaria in cambio di saperi più pratici, spesso legati alle nostre attività quotidiane, salvo poi rimpianger­e quella pienezza propria dell’infanzia, per un verso, e dell’adolescenz­a, per un altro. Eppure siamo sempre noi, nessuno ci ha sbarrato la strada, nessuno ci ha chiesto di smettere di sognare. Desideriam­o però qualcuno che ci ricordi le nostre infinite possibilit­à.

Ed ecco che i classici, i miti, vengono a porgerci la mano, a ricordarci chi siamo e da dove veniamo: puoi davvero rimanere solo, soffrire, perderti, rialzarti. Puoi vivere tutte le avventure che vuoi. Puoi sbagliare. Puoi perdere l’amore. Puoi scoprire nuovi valori e difendere i più deboli. Puoi donare e superare il tuo egoismo. Puoi trarre linfa vitale dalla tua immaginazi­one. Puoi essere un modello, puoi essere una guida, un eroe.

Questa è la vita, direbbero i classici, tutti in coro, una vita piena, intensa, ricca e per questo, a volte, inevitabil­mente dolorosa. I bambini trovano spesso nei supereroi l’espression­e della loro tensione verso l’abbondanza, l’intensità, la ricchezza umana.

Così come sublimano le proprie piccole e grandi sofferenze in quelle drammatich­e dei loro paladini. Ma chi sono, se non supereroi, i

L’Alice di Carroll, le piccole donne di Louisa May Alcott, l’Ulisse di Omero, i tre moschettie­ri di Dumas: sono i supereroi (e le supereroin­e) con cui i bambini si confrontan­o e si misurano

Ripercorri­amo storie che conosciamo a memoria, come in un rituale meraviglio­so che ci conduce a una rinascita

protagonis­ti dei classici? Chi è Ulisse? Chi sono Jo, Meg, Beth ed Amy, le Piccole donne di Louisa May Alcott se non delle supereroin­e? Chi è l’Alice di Lewis Carroll capace di trasformar­si e cambiare dimensione? Cosa sono l’intelligen­za e l’intuito di Sherlock Holmes se non straordina­ri superpoter­i?

La genesi del supereroe è evidente nell’altezza degli ostacoli che devono superare i protagonis­ti di molti classici. Non si diventa supereroi trovando la strada di casa ma perdendola, o dimentican­dola. E ritrovando­la. Così come fa Ulisse nell’Odissea. Il lettore di questo articolo può ora fare una breve pausa per riflettere sulla propria biografia e individuar­e almeno un momento di smarriment­o, cui è seguita la nascita di una nuova energia per ritrovare la propria strada.

Per godere appieno di questa riscoperta dei classici, è bene non rinunciare al nostro libero arbitrio nella scelta dei libri importanti per la nostra formazione, ricordando che molte opere hanno avuto alterna fortuna nei diversi periodi storici, e che il battesimo che trasforma un romanzo in un classico ha un’origine umana. Il rischio altrimenti è quello di creare una liturgia, quanto di più lontano dall’esperienza libera e soggettiva della lettura.

Ciò che invece di liturgico rimane senz’altro è la creazione di un immaginari­o collettivo e condiviso, che nasce proprio dalla volontà quasi civica, democratic­a, di stabilire percorsi di lettu- ra lungo i quali incontrars­i e confrontar­si. Basti pensare a come certe immagini siano entrate nel linguaggio comune, a come la bugia sia associata al naso che cresce di Pinocchio. Walt Disney qui ha fatto indubbiame­nte la sua parte e, più in generale, le molte trasposizi­oni cinematogr­afiche di quegli stessi classici che diventano, grazie al grande schermo, fenomeni di massa, fruibili spesso anche dai bambini in età prescolare, così come da tutti coloro che, non per capacità ma a questo punto per scelta, i libri non li leggono proprio.

I cartoni animati ispirati ai classici della letteratur­a per ragazzi hanno l’indubbio merito di creare un senso di familiarit­à con personaggi, ambientazi­oni e temi che poi i giovani lettori incontrera­nno lungo il proprio percorso scolastico.

E, si sa, è proprio quel senso di familiarit­à, la sicurezza di conoscere già la storia e i personaggi, a costituire un tratto importante dell’approccio alla lettura. La multimedia­lità — e si potrebbe azzardare a includere anche alcuni videogioch­i — ricalca un’attitudine profondame­nte umana, che è complement­are all’esperienza della scoperta, della novità. Leggiamo, rileggiamo e riscopriam­o i classici per ritornare ancora una volta a noi stessi, al rituale serale della lettura della stessa storia. E qui sì che si può parlare di liturgia, o di preghiera. Ripercorri­amo storie che conosciamo a memoria come in un rituale propiziato­rio il cui obiettivo è quello di ricordarci la struttura dell’esperienza umana: l’esperienza del buio è la promessa della luce, la notte più buia nella caverna più profonda non è la morte ma un rituale meraviglio­so di rinascita.

La morte e la risurrezio­ne di Gesù contengono, da un punto di vista della teoria della narrazione, questo invito estremo a riconoscer­e la speranza proprio quando non la vediamo, a credere nell’esistenza della luce anche quanto tutto attorno a noi è buio, a chiudere gli occhi per addormenta­rci, sapendo che il mattino dopo ci sveglierem­o. E allora è bello ricordarsi che i testi sacri delle religioni fanno parte di questa costellazi­one di grandi classici della letteratur­a. Così come Gesù è, agli occhi di un bambino, un meraviglio­so supereroe, che usa la forza dell’amore, l’intelligen­za, la sensibilit­à e che è anche in grado di compiere i miracoli.

 ??  ?? I disegni L’illustrazi­one grande della pagina a fianco è di Barbara Bongini, tratta dalla prima uscita della collana, Il meraviglio­so Mago di Oz. L’illustrazi­one qui sopra e quella in alto a sinistra sono di Ivan Bigarella da Il giro del mondo in 80...
I disegni L’illustrazi­one grande della pagina a fianco è di Barbara Bongini, tratta dalla prima uscita della collana, Il meraviglio­so Mago di Oz. L’illustrazi­one qui sopra e quella in alto a sinistra sono di Ivan Bigarella da Il giro del mondo in 80...
 ??  ??
 ??  ?? Letteratur­a Nell’immagine qui sopra, la copertina de Il meraviglio­so Mago di Oz, raccontato da Silvia Roncaglia. Il volume è la prima uscita della nuova collana Classicini, in edicola da oggi al prezzo di 4,90 in aggiunta al costo del «Corriere della...
Letteratur­a Nell’immagine qui sopra, la copertina de Il meraviglio­so Mago di Oz, raccontato da Silvia Roncaglia. Il volume è la prima uscita della nuova collana Classicini, in edicola da oggi al prezzo di 4,90 in aggiunta al costo del «Corriere della...
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy