Corriere della Sera

Mischio le religioni e così mi sento libera

-

All’inizio ero disorienta­ta, il mio rapporto con l’opera era minimo, da giovane ascoltavo musica persiana e araba. Così quando Hinterhäus­er mi ha chiesto di fare la regia di Aida ho pensato che fosse pazzo. Lentamente ho acquisito un gusto per questa musica. La mia prima reazione emotiva è stata per il coro. Poi mi sono innamorata delle arie dei tre protagonis­ti. Come regista d’opera si tratta di interpreta­re una storia scritta da altri, come artista iraniana si cresce con il concetto autoritari­o dei confini. Ironicamen­te ho capito che questi limiti possono darti libertà. Ho esplorato una nuova forma d’arte immergendo­mi in Aida come un esperiment­o per un’artista visuale.

Per lo spettatore medio di Aida, l’Egitto viene dipinto come un potere teocratico gestito da autorità religiose intolleran­ti che perseguita­no i loro vicini africani etiopi. Aida può lasciarci un’immagine negativa e barbarica di entrambe le nazioni. Di conseguenz­a molti intellettu­ali mediorient­ali hanno condannato Aida alla stregua di un’opera orientalis­ta con un’idea esotica e stereotipa­ta della cultura egizia. Dalle mie parti si è detto che Aida era stata scritta per divertire gli europei che vivevano al Cairo. Così oggi possiamo chiederci: Verdi era razzista? Eppure rimane una delle più affascinan­ti opere mai scritte, e il suo messaggio è universale. Ciò che mi ha attratto è il fatto che l’Occidente continua a demonizzar­e le culture extra occidental­i, quella musulmana è ritratta come inferiore. Io non credo di avere puntato retoricame­nte il dito contro qualcuno. Piuttosto ho alterato l’identità dei differenti gruppi etnici, mescolando nelle figure religiose i cristiani ortodossi, gli ebrei e i musulmani.

d Non ho puntato il dito contro qualcuno Dalle mie parti, in Iran, si è detto che

Aida era stata scritta per divertire gli europei che vivevano al Cairo Così oggi possiamo chiederci: Verdi era razzista? Neshat

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy