Quel bisogno di un abbraccio
Stringere a sé una persona è un profondo scambio di umanità: impariamo a farlo più spesso, senza mai risparmiarci Io, da ex timido, ho capito sulla mia pelle l’importanza di questo gesto
Sì, abbracciamoci. L’abbraccio ha un potere nascosto. Stringere a sé una persona è un profondo scambio di umanità: impariamo a farlo più spesso, senza mai risparmiarci. Io, da ex timido, ho capito sulla mia pelle l’importanza di questo gesto.
L’altra notte ho riflettuto sull’atto di abbracciare le persone e di abbracciarsi, non troppo praticato, ma di sicuro significato psicologico per noi esseri umani. Tale riflessione ha portato, come mi capita spesso in questo periodo, alla composizione di un breve aforisma, che ho subito messo su Twitter: «Abbracciate la gente, e non in modo rituale, più spesso che potete. Con discrezione, ma senza far economia». Il tweet ha avuto un certo successo e ora sono qui a parlarne, a parlare di che cosa c’è dietro. E dentro.
Salute e benessere
La salute fisica delle persone dipende dall’integrità del loro corpo e delle funzioni fisiologiche che lo tengono in vita. Oggi però, che la salute è garantita a moltissimi, come certamente non era anche solo due secoli fa, la sola salute non ci basta più. Aspiriamo tutti alla salute e al benessere. Per benessere — spesso si dice anche psicofisico — si intende una condizione globale di serenità e di tranquillità, se non di felice esaltazione, alla quale in fondo tutti miriamo. Può esserci salute senza benessere, ma è più difficile che ci sia benessere senza una relativa salute.
Che cosa si oppone al nostro benessere? Possono essere fatti reali, come contrattempi o veri e propri dispiaceri o delusioni, ma può essere anche niente di preciso: una sensazione di disagio e di sconforto, non facile da ricondurre a qualcosa di reale o anche solo da esplicitare. Se dura qualche istante in maniera intermittente, nessun problema; se dura di più o invade la nostra vita, allora può arrivare a costituire il problema dei problemi, la montagna da scalare o la selva da cui fuggire. Che si fa in questi casi? Se si può, se ne parla, con se stessi o con altri, cercando di dare un corpo all’impalpabile e di confrontarsi con qualcosa di circoscritto. Se ciò riesce è una gran cosa, ma non sempre è così, purtroppo. Si può allora ricorrere a qualche pillola o al colloquio con un esperto, facente più o meno esplicitamente la funzione di uno psicoterapeuta.
Affidarsi all’altro
Oggi come oggi, ricorrere a uno psicoterapeuta è una pratica abbastanza comune, anche se non tutte le persone e non tutti i problemi si prestano a questo corso di cose con la stessa efficacia. Che cosa fa il colloquio con uno psicoterapeuta? Ci sono, come è noto, diverse possibili interpretazioni di questi eventi, ma ce n’è una minimale, difficile da mettere in dubbio. Per prima cosa, con lui o con lei ci si confida e confessa, ci si apre insomma, in una forma di comunicazione facilitata, ma essenzialmente dello stesso tipo di cui abbiamo parlato sopra. Parallelamente a questo, se il rapporto funziona, ci sarà uno scambio in entrambi i sensi di comprensione, presa in carico e di responsabile simpatizzare.
Voglio dire qui che molto di questo, anche se non tutto ovviamente, si può a volte convogliare anche con un semplice abbraccio. Un abbraccio, in verità, non è mai semplice, a meno che non sia puramente formale. Un abbraccio è uno scambio silenzioso di umanità e di comprensione, in genere inizialmente dolorosa ma poi sempre più pacificante. È un pegno eterno e infinito, un contratto e un affrancamento, una pluralizzazione e una socializzazione dell’io anche solo attraverso la mediazione di un Tu. È un raccomandarsi e un affidarsi, un bacio senza sesso, e per ciò stesso un messaggio transgenerazionale, una congiunzione senza secondi fini. Ed è spesso salvifico, anche se non vi è coinvolto nessun dramma palese. Abbracciarsi, quindi, in maniera non formale, ma calorosa, anche se non invasiva e molesta, rinsalda la parentela ideale di creature che soffrono molto spesso di essere state separate dal creatore, chiunque esso sia, e di non essere sempre alla pari fra di loro, nel bene e nel male. È un richiamo del destino, destino di esseri mortali, brotòi in greco antico, compagni di viaggio in un viaggio non iniziato volontariamente e che ci porterà non si sa dove. Un abbraccio ha aspetti razionali, puramente psicologici e fisici. Ho cercato fin qui di rappresentare analogicamente i primi due aspetti, ma c’è anche, e forse preponderante, l’aspetto fisico.
La forza della fisicità
È inutile negarlo: noi viviamo fisicamente e corporalmente, dalla mattina alla sera e tutto, assolutamente tutto, è riducibile a quello. Solo che è un po’ difficile da esprimere. L’abbraccio fra due persone, forse più di ogni altro gesto, è prorompentemente fisico, a Napoli direbbero «carnale», e salda tangibilmente due esistenze. Abbracciate la gente, quindi, e abbracciatevi, senza ostentazione e spettacolarizzazione, ma con almeno il significato di quella che era una volta la stretta di mano: non ce l’ho con te e mi fido, la cosa più difficile e problematica da fare per due carnivori in caccia, ma anche per due semplici estranei.
È inutile dire che ognuno ha il suo carattere e la sua introversione o estroversione. Da ragazzo ero timidissimo e non avrei mai fatto una cosa del genere. Con gli anni sono diventato più disinvolto ma, anche se affettuosissimo ed espansivo con i familiari stretti, non sono affatto portato a familiarizzare troppo con gli estranei. Molti saranno, immagino, come me. Oggi, però, che ho toccato con mano, in seguito a esperienze dirette e indirette, l’importanza quasi devastante di un abbraccio, e probabilmente anche a causa dell’età che avanza, voglio mettere in pratica il mio proprio consiglio. Senza strafare, voglio abbracciare con una certa frequenza uomini e donne che mi paiono richiederlo. Come andrà a finire non lo so, ma male non può fare. Abbiamo tutti tanto bisogno d’affetto testimoniato. O almeno di interesse umano, la merce che costa tanto poco e rende tanto.
È come un pegno eterno e infinito, un raccomandarsi e un affidarsi, un bacio senza sesso. Abbiamo tutti bisogno di interesse umano, una merce che costa poco e rende davvero tanto