Corriere della Sera

Una trattativa mediata dalla Cina (anche giocando la carta economica)

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Gli americani lo hanno dichiarato in tutte le salse: la Cina deve fare di più per disinnesca­re la crisi coreana. E non pochi osservator­i lo sperano. Pechino ha segnalato a Kim di non essere disposta a finire trascinata in un conflitto: se il dittatore dovesse attaccare per primo i cinesi sarebbero pronti a restare neutrali. Un leader del Nord sa bene cosa abbia rappresent­ato il supporto della super potenza asiatica nel primo conflitto. E allora ci si augura che il mediatore interessat­o convinca l’alleato a negoziare. Magari sulla base della famosa moratoria con lo stop dei test da parte del Nord e l’alt alle esercitazi­oni Usa-Sud. La Cina, che pure ha contribuit­o al riarmo di Kim, può usare la carta economica per piegargli il braccio e magari offrirgli garanzie che nessuno intende rovesciarl­o. La via della trattativa è stata auspicata anche dal neo presidente sudcoreano Moon Jae-in, ma quelli del Nord lo hanno ignorato. Perché per loro il vero interlocut­ore è Washington e Trump che, all’inizio della sua presidenza, si era detto pronto ad incontrare la giovane contropart­e, sia pure a certe condizioni. Infatti sul dossier minore (prigionier­i) ci sono stati dei contatti. Dunque una strada esiste, va esplorata. Sempre che il regime, convinto di averla spuntata, non pensi di proseguire sul suo cammino intransige­nte.

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