Consip, nell’inchiesta entra Grandi Stazioni
All’ad Gizzi contestata la turbativa d’asta. E c’è anche Casalino, già a capo della società degli appalti La Procura di Roma chiede e ottiene la proroga delle indagini sul ministro Lotti e su Tiziano Renzi
Silvio Gizzi, amministratore delegato di Grandi Stazioni è indagato per turbativa d’asta. Secondo i magistrati Mario Palazzi e Paolo Ielo avrebbe contribuito a tentare di pilotare la gara per l’assegnazione dell’appalto di pulizie e manutenzione delle stazioni verso un gruppo di imprese «sponsorizzate» sulle quali sono in corso approfondimenti. Assieme al manager sono indagati (per lo stesso reato) l’ex amministratore delegato di Consip Domenico Casalino e un dirigente della stessa centrale appaltante, Francesco Licci.
La novità è contenuta nel decreto di proroga delle indagini emesso nei giorni scorsi dal gip Gaspare Sturzo. La Procura ha chiesto e ottenuto anche la proroga dell’inchiesta nei confronti del ministro Luca Lotti (per rivelazione del segreto e favoreggiamento) e di Tiziano Renzi (per traffico illecito di influenze).
Che l’inchiesta stesse ricostruendo altri episodi di reato — oltre a quello che ha riguardato la presunta corruzione di Alfredo Romeo e l’assegnazione del quarto lotto del facility Management — era affiorato a metà dello scorso maggio, quando i carabinieri del Nucleo investigativo, delegato agli approfondimenti, si erano presentati a Grandi Stazioni per una perquisizione. A quanto emerge, per questo nuovo capitolo, è indagato anche l’intermediario Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi e dello stesso Romeo.
In realtà le intercettazioni contenute nella prima informativa dei carabinieri del Noe descrivono un rapporto di amicizia fra Russo e lo stesso Gizzi. Di più, anzi: stando a quelle registrazioni Russo si sarebbe dato da fare per sostenere la candidatura di Romeo presso la società guidata da Gizzi: «Senza perder tempo (Russo, ndr) lo ragguaglia (Romeo, ndr) del reperimento delle offerte tecniche da parte di Gizzi per l’affidamento di una gara d’appalto per Grandi Stazioni e in modo esplicito riferisce al Romeo della differenza di punteggio che ci sarebbe fra l’azienda di quest’ultimo (Romeo, ndr) e un’altra ditta che non viene nominata, palesando così che il suo intervento presso Gizzi ha avuto l’esito sperato».
Nelle carte dell’inchiesta era finito anche l’incontro avvenuto il 21 settembre 2016 fra Russo e lo stesso Gizzi presso la stazione Termini di Roma: «Mi sembra che Grandi Stazioni stia andando bene» riferirà Russo a Romeo in seguito.
Nei giorni scorsi alla già significativa documentazione della maxi inchiesta si è aggiunta la relazione dell’autorità anticorruzione coordinata da Raffaele Cantone.
A giudizio dell’Anac tre aziende potrebbero aver realizzato un accordo di cartello per spartirsi i diversi lotti della gara del Facility management (del valore di 2,7 milioni di euro) ai danni delle altre aziende fra le quali la Manital di Ivrea che aveva segnalato per prima l’esclusione alla stessa Anac. Si tratterebbe di Cns, Manutencoop e Kuadra srl. Sempre secondo la relazione l’aggiudicazione dei lotti sarebbe stata ritardata proprio per consentire alle tre favorite di mettersi in regola, escludendo chi aveva requisiti migliori e offerte più basse, tipo la Manital.
La gara Nella gara per la pulizia era coinvolto Romeo E nelle carte torna il nome di Carlo Russo