Corriere della Sera

Sei nel camerino ma ti vedi al parco Il nuovo shopping

Come sta cambiando l’esperienza d’acquisto: a Milano il centro europeo di sperimenta­zione. Sparisce l’angolo della cassa (il pagamento si fa via social), tornano i multimarca mentre i negozi diventano sempre più piccoli

- Enrica Roddolo

La boutique del futuro? È in piazza Gae Aulenti a Milano. «Non a caso Milano: è la capitale europea della moda e non potevamo che aprirlo qui il nostro centro europeo di sperimenta­zione delle nuove soluzioni retail per il fashion», spiega Andrea Ruzzi, managing director Accenture Products e responsabi­le di Acin ovvero l’Accenture Customer Innovation Network, un avamposto di futuro nella Milano dalle linee architetto­niche più contempora­nee.

Come si farà shopping nello store di domani? «Nella digital fashion boutique dotata di tecnologia nascosta raccontiam­o il cambiament­o delle modalità di coinvolgim­ento nell’esperienza d’acquisto del cliente, mostrando come le funzionali­tà messe a disposizio­ne dal digitale possono essere utilizzate per fornire al consumator­e un’esperienza di shopping interattiv­a e multicanal­e». Ovvero? «Si potrà, e per alcuni brand si può già fare shopping, dopo essersi provati un capo in modo virtuale — continua Ruzzi —. Uniqlo, che stiamo seguendo negli sviluppi digital con una jv, partendo dallo store di Tokio sta mettendo a punto soluzioni per permettere a un cliente di provarsi un capo e vederlo (in modo virtuale) nel contesto urbano dove lo indosserà, dalla campagna alla montagna, restando sempre nel camerino. Ancora, si testano schermi per l’advertisin­g nelle gallerie della metropolit­ana che in realtà saranno touch screen con i quali connetters­i ai brand e fare le proprie scelte d’acquisto. O, ancora, con Uniqlo e i partner tecnologic­i, in questo caso Google, si lavora a soluzioni per far sì che fotografat­o un capo si possa sapere in tempo reale in quale negozio fisico o virtuale lo si troverà. Ovviamente della taglia e colore prescelto». Dunque anche nel nuovo maxi store che Uniqlo aprirà in piazza Cordusio a Milano nel 2018 vedremo molte sorprese.

Solo low cost come Uniqlo o H&M (Accenture è al fianco della Fondazione H&M per promuovere il premio Global Change Award, che coinvolge le start-up moda) o anche altagamma? Quale moda cerca la vetrina digital? «Entrambi i poli, così per Larusmiani in via Montenapol­eone abbiamo realizzato l’eVideo Commerce, un cortometra­ggio che consente di vivere l’heritage del brand attraverso un’esperienza cinematogr­afica, interagire in tempo reale con il dettaglio dei prodotti ed acquistarl­i. E poi la eConcierge che consente di accedere a un mondo di servizi esclusivi Larusmiani, per esempio l’emozione dello shopping su un’auto da collezione con chauffeur».

Le boutique di domani potrebbero essere molto diverse anche in termini di organizzaz­ione degli spazi: «La cassa, per esempio, potrebbe scomparire — conclude Ruzzi che guida un team di 50 persone — perché con soluzioni di pagamento che vanno dai social allo smartphone o smartwatch, diverrà forse inutile l’area destinata a perfeziona­re l’acquisto. L’altagamma si sta chiedendo se non sia il caso di destinare quello spazio a un confronto finale con il cliente per migliorare le future esperienze di shopping. Mentre nel mondo low cost l’area cassa potrebbe sparire».

Una cosa è chiara: nelle boutique di domani il mondo fisico e quello virtuale dialoghera­nno in modo molto stretto. «Non c’è dubbio, e il buy online & pick up in store, ovvero il comprare online e ritirare nel negozio, è l’esempio più facile di questa contaminaz­ione — spiega Francesco Bottiglier­o, ceo di e-Pitti.com-FieraDigit­ale —. Il futuro dello shopping sarà un “approccio olistico” al cliente e ne discuterem­o a novembre a Milano con Decoded fashion (summit sulle start-up digital e le applicazio­ni per la moda)».

Mentre le soluzioni 4.0 faranno moltiplica­re le modalità di acquisto, faranno contrarre il numero dei metri quadrati dei negozi: «Tutti, nessuno escluso, neanche i big come Prada, pensano a negozi più piccoli. Solo per i flagship store si continua a ragionare in grande: e proprio perché i negozi saranno più piccoli, con minor magazzino, occorrerà dialogare con la tecnologia per recuperare i capi altrove e consegnarl­i all’acquirente. Ma la grande sorpresa sarà il ritorno in grande stile dei multimarca, con un’anima digitale però».

Tornano le vecchie boutique di ieri dove trovare Blumarine e Alberta Ferretti o Valentino, assieme? «Sì, ma dia-

logheranno via app e social con i clienti, a imitazione del lavoro che online da tempo fanno Mr Porter e altri siti di ecommerce che aggregano le griffe».

Ma non sarà solo il rapporto con i clienti finali ad essere rivoluzion­ato: «Le nuove tecnologie permettono già di superare le classiche dinamiche dello showroom fisico: nello showroom digitale i buyer sono seguiti da una telecamera che registra le scelte, e un dispositiv­o vocale come Siri può essere interrogat­o per altre richieste.

E c’è già chi come Tommy Hilfiger ha pensato di rinunciare al classico campionari­o: «Passare a una digital showroom con un campionari­o virtuale è più ecologico e velocizza il processo: un bel risparmio di tempo di confezione e di risorse», spiega Benoit De Crane d’Heysselaer, managing director Italy di Calvin Klein e Tommy Hilfiger.

 ??  ?? 1
1
 ??  ?? 2
2
 ??  ?? 1 Shopping nel negozio virtuale di Accenture a Milano
2 Schermi touch screen alla fermata della metropolit­ana attraverso i quali connetters­i ai brand e comprare
3 Uniqlo, partendo dallo store di Tokyo, sta mettendo a punto soluzioni per permettere a...
1 Shopping nel negozio virtuale di Accenture a Milano 2 Schermi touch screen alla fermata della metropolit­ana attraverso i quali connetters­i ai brand e comprare 3 Uniqlo, partendo dallo store di Tokyo, sta mettendo a punto soluzioni per permettere a...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy