In seta o cotone, il kimono sui jeans (per lei lungo, per lui corto a giacca)
L’alternativa? La vestaglia con le maniche ampie, stretta in vita dalla cintura
he cosa ci fanno Rihanna, Gigi Hadid, Diane Kruger per le strade di New York e Beverly Hills con un kimono frusciante? Fanno tendenza. Interpretano la nuova sensualità che gioca sui contrasti. «Un erotismo che nulla ha a che vedere con quello romagnolo — scherza il critico d’arte Philippe Daverio —. La veste giapponese, morbida nei materiali pregiati, ricorda il mondo fluttuante delle geishe ma anche la severità delle donne del teatro N , con i loro visi bianchi e gli spilloni infilati tra i capelli, per questo piace tanto».
In patria il kimono è indossato da uomini, donne e bambini. Daverio, come ogni dandy che si rispetti, ne possiede alcuni corti a giacca che indossa nelle incursioni mondane. «Il kimono è simbolo di arte e di vita e per questo è divenuto oggetto di collezionismo. In giro se ne trovano anche settecenteschi», continua il critico ricordando che il raffinato regista Hiroshi Teshigahara includeva l’annodatura dell’obi, la cintura del kimono, tra i tre insegnamenti fondamentali, insieme alla cerimonia del tè e l’ikebana, l’arte della disposizione dei fiori recisi.
La preziosità è data dai tessuti, sete ricamate ma anche cotoni stampati. Arrivarono a Parigi alla Esposizione universale di Parigi nel 1855 secolo e ispirarono gli artisti, come Toulouse-Lautrec che indossava il kimono abitualmente. «Affascina in quanto simbolo estetizzante delle etnie», sottolinea Daverio. Quello indossato dalle donne e dai giovani era il più riccamente decorato, come dimostrano le collezioni in mostra al Victor & Albert Museum dove si può ammirare anche la serie di spettacolari inro, piccoli scrigni decorativi ovali, in legno e avorio, che vennero creati da portare attaccati alla cintura del kimono per sopperire alla mancanza delle tasche. Oggi, per l’impaziente mondo occidentale, gli stiliti forniscono le loro versioni easy to wear dell’indumento nipponico. Un mix di culture e stili che Karl Lagerfeld interpreta nella pre-collezione 2018 di Chanel ispirata all’antica Grecia,con moderne Afroditi che indossano le vesti bianche, ora ricamate di foglie d’oro, ora ricoperte da jais, sui costumi (idea da copiare al mare), con i sandali alla schiava dorati intrecciati sulla gamba.
La moda è un messaggio di libertà per Etro che per la cruise 2018 ripropone le stampe indiane per kimono indossati come spolverini con i jeans. La vestaglia con le ampie maniche è l’alternativa all’abito sottoveste come insegna Rihanna. Stretta invita con la cintura senza cedere alla tentazione di aprirla. Il fascino è mistero.
Philippe Daverio «Ricorda il mondo fluttuante delle geishe ma anche la severità delle donne del teatro»