Corriere della Sera

Pronto il rimpasto A metà novembre il Tesoro nel board

- di Fabrizio Massaro

Marco Morelli è volato in Nord Europa per un weekend di riposo sui fiordi. Alessandro Falciai invece lo passerà in barca alle Baleari. Ma a Ferragosto l’amministra­tore delegato e il presidente del Montepasch­i saranno di nuovo a Siena: l’indomani si tiene il secondo Palio dell’anno e i vertici della banca della città — che da ieri è dello Stato — non possono mancare. Stavolta ci sarà davvero da festeggiar­e: Mps non solo è stata salvata dallo Stato con il via libera di Bruxelles ma non è tracollata per la fuga dei clienti, che anzi tornano a depositare soldi. E anche a ottenerne sotto forma di prestiti.

Lo Stato entra dunque in un istituto che ha possibilit­à di recuperare terreno, rendendo più facile allo Stato anche il recupero di quanto investito nel salvataggi­o. Per monitorare da vicino questi processi, il ministero guidato da Pier Carlo Padoan dovrà entrare in maniera importante nella governance della banca, destinata a rientrare in Borsa attorno a fine settembre-inizio ottobre. Attualment­e lo Stato si ritroverà al 52% ma può arrivare fino al 70% in base a quanti risparmiat­ori accetteran­no il ristoro scambiando le loro azioni Mps con un bond garantito.

Il consiglio presieduto da Falciai — finora unico azionista singolo con l’1,8%, nominato nel novembre scorso dopo le dimissioni di Massimo Tononi in polemica per l’uscita di scena dell’ex ceo Fabrizio Viola — va a scadenza naturale nell’aprile 2018. Ma il Tesoro pensa di anticiparn­e il rinnovo, per evitare di procedere alle nomine a cavallo della campagna elettorale. Di conseguenz­a il board verrà terminato in anticipo. C’è già un calendario di massima, verso metà novembre.

L’occasione è l’assemblea straordina­ria che deve essere convocata per introdurre nello statuto alcune modifiche obbligator­ie richieste della Bce, sia per la riduzione del numero dei consiglier­i (oggi sono 13) sia per eliminare le ultime incrostazi­oni locali di quando la Fondazione Mps aveva il controllo assoluto della banca. La discussion­e sui nomi è appena cominciata. Sia Morelli sia Falciai già a dicembre, quando chiesero la «ricapitali­zzazione precauzion­ale», misero a disposizio­ne il mandato al nuovo futuro azionista. Entrambi hanno retto l’istituto in questi mesi pericolosi, dunque si porrà il tema di conciliare la continuità — Morelli non è in discussion­e, anche se non è detto che il capoaziend­a rimanga fino alla fine del piano di ristruttur­azione al 2021 — con la rappresent­atività del consiglio. Qualche nome è già circolato come papabile presidente ma c’è ancora tempo: le liste si faranno a ottobre.

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Alessandro Falciai, presidente di Mps. Era entrato nel capitale nel 2015 con l’1,8%

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