Lo spirito degli illuministi così utile nell’era di Google
uando si sente parlare di enciclopedia si è inizialmente portati a pensare agli autori dell’Illuminismo francese quali Diderot e D’Alembert. Questi autori volevano «far luce» su quello che si presentava come il vero enigma della natura. Attraverso la lettura dell’Enciclopedia il pubblico avrebbe dovuto essere «illuminato» e cessare quindi di considerare la realtà come qualcosa di oscuro e misterioso. Oggi abbiamo invece un rapporto con la natura molto pragmatico, per così dire perfettamente «illuminato». Ma non si può dire lo stesso del rapporto del pubblico con l’arte, in special modo con l’arte moderna e contemporanea. Le regole che governano i meccanismi dell’arte contemporanea — i suoi criteri di valutazione e di interpretazione, i suoi rituali di produzione e divulgazione — sono considerate incomprensibili da un vasto pubblico.
L’Enciclopedia dell’Arte Contemporanea Treccani diretta da Vincenzo Trione ha l’obiettivo di illuminare il pubblico su questa disciplina, in modo che non si consideri più l’arte contemporanea in termini di mistero, di accordi nascosti e, ancor peggio, di speculazione finanziaria e degli elevati prezzi fissati nelle aste. L’Enciclopedia dell’Arte Contemporanea può però solo parzialmente seguire la tradizionale forma enciclopedica. Infatti l’arte contemporanea ha sviluppato forti interessi e grande potere di autodefinizione. Pertanto l’Enciclopedia dell’Arte Contemporanea deve affidarsi a questa capacità di auto-definizione ed utilizzare nozioni e termini che circolano all’interno del mondo dell’arte per chiarirli ad un pubblico più vasto.
Si potrebbe forse obiettare che tutti questi termini si riescono a trovare anche su Google e che lo sforzo di organizzarli nella forma di un’enciclopedia sia superfluo. E in effetti Google è già organizzato sulla base di un modello enciclopedico che
L’obiettivo Vogliamo aiutare il pubblico a non considerare questa disciplina un mistero
offre l’accesso a informazioni attraverso singole definizioni di vocaboli. Ma quando si utilizza Google ci si trova immediatamente di fronte a centinaia e persino migliaia di pagine che corrispondono a una singola parola. Una tale quantità di riferimenti rende il vocabolo ricercato più, e non meno, oscuro. Ecco, questo è esattamente quello che un’enciclopedia può e deve evitare: il suo obiettivo deve essere quello di utilizzare il metodo degli illuministi, presentando l’informazione in modo chiaro, conciso e leggibile.
(traduzione di Anna Pagani)