Perché si può odiare la natura ma si continua ad amare gli animali
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Siccità, catastrofi, inondazioni, animali molesti: questi e molti altri sono i motivi per cui Alessandro Piperno odia la natura. Lo racconta in apertura del nuovo numero de «la Lettura», il #298, in edicola tutta la settimana fino a sabato 19. Lo scrittore, che teme e rispetta la natura come si fa con i tiranni sanguinari, racconta l’indifferenza con cui questa infligge da sempre agli esseri umani pestilenze, carestie e calamità.
Ma tra la «violenza» dell’ambiente e l’impotenza dell’uomo, esiste un punto d’incontro che permette a questi due mondi di comunicare: sono gli animali, con i quali abbiamo imparato a «dialogare». Per questo motivo vi chiediamo di raccontarci sui social il rapporto speciale che avete con il vostro con l’hashtag #ilmioanimale. Potete iniziare oggi (e poi anche domani), inviandoci una foto o condividendo un post sui nostri account social: @La_Lettura su Twitter, @la_lettura su Instagram e @LaLetturaCorriere su Facebook.
La riflessione sulla natura e gli animali prosegue con gli articoli dello scienziato Claudio Tuniz e dell’economista Patrizia Tiberi Vipraio su tre domesticazioni: dell’uomo sull’animale (quando abbiamo ammansito il primo lupo), dell’uomo sull’uomo (col sorgere delle gerarchie sociali) e ora quella del computer sulboli:
La copertina L’opera di Berndnaut Smilde (1978) per «la Lettura» #298
l’uomo, che sta imparando a conoscere i suoi bisogni. E scrive di animali l’antropologo Adriano Favole che, partendo dal volume della filosofa Florance Burgat, in uscita in Francia per Seuil, riflette sul perché l’uomo abbia iniziato (e continuato) a cibarsi della fauna: siamo forse carnivori per scelta (e non per necessità)?
Dalla legge della natura a quella dell’uomo, che sta imparando a vivere in un mondo senza più confini. Considerando il recente dibattito sullo ius soli e sul diritto di cittadinanza, la filosofa Donatella Di Cesare affronta la questione dei diritti essenziali che dovrebbero spettare a ogni cittadino. Non si può ragionare su un’appartenenza etnica, ma occorre costruire una nuova democrazia, cosmopolita, dove tutti possano riconoscersi nella stessa cultura politica.
La società sta mutando, anche per quanto riguarda i nuovi modelli femminili e maschili utilizzati nell’educazione dei più piccoli (nel cinema, alla televisione e nell’editoria). Serena Danna e Alessia Rastelli scrivono di questi nuovi sim- mentre l’immagine delle bambine è sempre più al passo con la trasformazione della società, i bambini rimangono legati ancora ai vecchi simboli del «vero uomo». Anche se qualcosa inizia a cambiare.
Sempre nel mondo dei più giovani c’è un altro modello che è cambiato: dimenticatevi Cenerentola così come l’avete conosciuta, perché ora è diventata una killer. Lo racconta l’autore per ragazzi Pierdomenico Baccalario che presenta il nuovo film di animazione, in concorso alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Gatta Cenerentola, che recupera l’originaria tradizione dark (e cattiva) dell’eroina.
Sembra una favola anche Isis, la canzone di Bob Dylan analizzata dalla scrittrice Jhumpa Lahiri per affrontare il tema della reticenza e della bellezza del non detto in letteratura. Dal premio Nobel fino a Dante, una riflessione sui limiti linguistici degli scrittori e sulla capacità di saper «arrivare» proprio là dove le parole non arrivano.