Corriere della Sera

Rivolta dopo il voto, decine di morti in Kenya

L’opposizion­e contesta la vittoria di Kenyatta, la polizia spara nelle baraccopol­i: bambini tra le vittime

- Alessandra Muglia amuglia@corriere.it

«Stavo guardando mia figlia mentre giocava con un’amica sul balcone di casa quando è improvvisa­mente caduta a terra» esanime, trafitta da un proiettile. Wycliff Mokaya vive in uno slum di Nairobi, è sconvolto, non si dà pace. La sua bambina, di soli 9 anni, è una sorta di «danno collateral­e» delle rivolte che stanno scuotendo le roccaforti dell’opposizion­e dopo la riconferma di Uhuru Kenyatta a presidente del Kenya nel voto di martedì.

L’escalation dei disordini ieri, all’indomani della divulgazio­ne dei risultati ufficiali — contestati dagli oppositori — che assegnano il 54,2% dei consensi al presidente uscente contro il 44,74% del 72enne Raila Odinga, l’eterno rivale che si giocava tutto in questa elezione, visto che non potrà più candidarsi alla prossima tornata per limiti di età.

Le forze dell’ordine — documenta un fotoreport­er dell’Ap — hanno usato lacrimogen­i e pallottole vere per reprimere le manifestaz­ioni, concentrat­e in alcuni slum della capitale e nelle città dell’Est come Kisumo. Nella baraccopol­i di Mathare, ai margini di Nairobi, la polizia ha aperto il fuoco per disperdere i manifestan­ti che bloccavano le strade anche con barricate infuocate. Gli agenti hanno caricato i dimostrant­i sparando e lanciando gas anche nello slum di Kibera.

Ancora incerto il numero delle vittime. All’obitorio di Nairobi sono arrivati 8 corpi soltanto da Mathare. La ong Kenya National Commission on Human Rights parla di 24 vittime, di cui 17 in alcune bidonville di Nairobi. Il governo ha definito «criminali» quanti stanno sfidando le forze dell’ordine,saccheggia­ndo e dando fuoco a negozi e auto. Ma l’uso di lacrimogen­i e pallottole da parte delle forze dell’ordine è stato bollato dalla stessa ong come «uso eccessivo della forza illegale e inaccettab­ile». La Croce Rossa locale ha riferito di 93 feriti soccorsi dopo l’annuncio dei risultati.

Decisament­e più alto il bilancio annunciato ieri in conferenza stampa (senza prove) da un leader dell’opposizion­e: James Orengo ha stimato un centinaio di morti, tra cui anche bambini. I giornalist­i sul campo però non hanno finora riscontrat­o per fortuna una carneficin­a di così ampia scala che farebbe ripiombare il Paese nell’incubo del 2007, quando 160 mila persone rimasero uccise negli scontri a sfondo etnico seguiti al contestato esito elettorale. Vero è che è stato vietato ai reporter di seguire le proteste e che la polizia ha assaltato almeno quattro giornalist­i, sequestran­do telecamere e macchine fotografic­he.

Le rivolte, scoppiate all’indomani del voto quando Odinga ha parlato di brogli e «farsa», sono montate ulteriorme­nte dopo il discorso da vincitore pronunciat­o venerdì da Kenyatta, figlio del primo leader dell’era post coloniale. Inascoltat­i i suoi appelli all’unità, in un Paese dove differenze tribali pesano ancora molto, con la tribù del presidente, i Kikuyu, accusata di trascurare i Luo di Odinga, che lamentano carenza di ospedali, scuole e strade nelle loro zone di influenza. «I cittadini hanno visto cos’è stata la violenza nel 2007, non credo che nessuno voglia replicare quella situazione», ha ammonito Kenyatta.

«Non ci lasceremo intimidire, non rinuncerem­o», ha reagito un leader dell’opposizion­e. Contestare i risultati in tribunale «non è un’opzione valida, non lo rifaremo», ha aggiunto, riferendos­i alla sfida di 4 anni fa che si concluse con il ricorso (perso) di Odinga davanti alla Corte Suprema.

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 ??  ?? A Nairobi Un poliziotto impegnato a disperdere i manifestan­ti pro Odinga durante una protesta nello slum di Kibera, a Nairobi (Epa)
A Nairobi Un poliziotto impegnato a disperdere i manifestan­ti pro Odinga durante una protesta nello slum di Kibera, a Nairobi (Epa)

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