Corriere della Sera

Addio Cibotto, cantore del Veneto

- Di Severino Colombo

Si è spento ieri a Rovigo, dove era nato, lo scrittore e giornalist­a Gian Antonio Cibotto; aveva 92 anni. Aveva raccontato il Veneto e i cambiament­i in quel territorio in particolar­e nel Polesine del Secondo dopoguerra. «Parlare dei veneti, scavare e scoprire nel sottosuolo veneto frammenti di storie, personaggi piccoli o grandi, aneddoti, raffronti, ilari o tristi»: era questa la «tenacissim­a vocazione» di Cibotto, come scriveva Giulio Nascimbeni sul «Corriere della Sera» dell’11 dicembre del 1994 recensendo un suo libro. Aveva iniziato come redattore alla rivista «La Fiera Letteraria», durante la direzione di Vincenzo Cardarelli. Tra i suoi libri: Cronache dell’alluvione (1954), sugli avveniment­i del Polesine del 1951, apprezzato da Montale; Scano Boa (1961), affresco del Delta del Po, diventato un film con Franco Citti; La vaca mora (1964; premio Marzotto); Stramalora (1982; premi Comisso e Napoli), sulla diga del Vajont; tutti usciti da Marsilio, come le raccolte di versi Amen e Bassa marea. Suoi libri sono apparsi anche da Giunti, Neri Pozza (Il principe stanco, elogiato da Giuseppe Pontiggia), Rizzoli e altri. Si era occupato anche di teatro: nel 1953 aveva curato per Einaudi i Dialoghi dell’autore padovano del Cinquecent­o Angelo Beolco detto il Ruzante. Come giornalist­a nel 1975 aveva vinto il Premio Guidarello. Nel 2003 aveva ricevuto il Premio Bruno Cavallini alla carriera.

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