Corriere della Sera

Il metropolit­a russo «Trump vuole trovare un’intesa con Putin»

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Come è andato l’incontro?

«Bene, abbiamo parlato per due ore della situazione tragica dei cristiani in Medio Oriente e Africa del Nord. E dell’Ucraina».

C’è una visione comune?

«C’è molto di comune nel nostro modo di intendere la situazione che si è creata in Ucraina».

C’è malumore tra gli ortodossi per questi incontri con esponenti della Chiesa?

«Nella Chiesa ortodossa c’è chi si oppone a qualunque tipo di relazione con i cattolici. Riceviamo lettere quotidiane di protesta: non le enfatizzia­mo, ma non le possiamo ignorare. Non dimentichi­amo che, nel 17esimo secolo, nella chiesa russa si è prodotto uno scisma per questioni che a noi sembrano inezie. La questione di fondo era come fare il segno della croce: con due o tre dita?».

Questo può impedire un nuovo incontro tra il patriarca e il Papa?

Ortodosso Hilarion Alfeev, 51 anni

«Non vedo perché, visto che non ha impedito il precedente. Ma non ci stiamo lavorando».

La preoccupa l’atteggiame­nto bellicoso del presidente Trump?

«No, mi preoccupa di più che il Congresso e i media, Cnn compresa, lo boicottino continuame­nte. Donald Trump è un politico molto misurato e cerca un linguaggio comune con il presidente Putin».

In Russia ci sono manifestaz­ioni e arresti di oppositori.

«Non si tratta di proteste di massa. L’opposizion­e fa il suo lavoro, fa traballare la barca. Io posso dire che le confession­i religiose sono molto contente».

L’Europa è minacciata da terrorismo di matrice islamica. Come reagire?

«Il cardinal Koch ha detto parole sagge: non dobbiamo aver paura di un islam forte ma di un cristianes­imo debole. Un’Europa che rinuncia alle sue radici cristiane, e distrugge la famiglia con le idee liberali, non può sostenere la sfida dell’islam».

C’è un legame tra islam e terrorismo?

«Esiste anche un islam pacifico. Ma le politiche dell’immigrazio­ne devono tenere conto delle appartenen­ze religiose, anche se non è politicame­nte corretto dirlo. Aprendo le porte ai migranti, entrano i terroristi. Bisogna fare come l’Ungheria. È un Paese della Ue ma non fa entrare chiunque».

Non dobbiamo aver paura di un islam forte ma di un cristianes­imo debole

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