La vicenda
● James Damore è l’ingegnere licenziato da Google dopo la pubblicazione del memo in cui accusava le politiche di inclusione dell’azienda di ignorare le «differenze biologiche» tra i sessi: secondo lui alla base della presenza inferiore di donne rispetto agli uomini nell’industria tech
● Il suo avvocato è Harmeet Dhillon, repubblicana, nata in India, che fu presa in considerazione per la divisione diritti civili al dipartimento di Giustizia. DALLA NOSTRA INVIATA
James Damore, l’ingegnere licenziato da Google dopo la pubblicazione del memo in cui accusava le politiche di inclusione dell’azienda di ignorare le «differenze biologiche» tra i sessi (secondo lui alla base della presenza inferiore di donne rispetto agli uomini nell’industria tech), ha assunto un avvocato. Donna, repubblicana, fino a qualche settimana fa nella rosa di Donald Trump per la guida della divisione diritti civili al dipartimento di Giustizia. Harmeet Dhillon sa bene quanto sia simbolica e politicamente bollente questa battaglia. In poche settimane Damore, autodefinitosi un «centrista», è diventato l’idolo dei media conservatori, che si scagliano contro il «pensiero unico della Silicon Valley».
«Sono nata in India, sono una donna, certo che credo che la diversità sia un valore per le aziende — dice Dhillon al telefono al Corriere — ma non mi piace la diversità in nome del politicamente corretto, in cui finisci per punire persone che non hanno colpa. Anche gli uomini bianchi hanno i loro diritti». Eccola la narrazione del «white man» vittima delle politiche inclusive nei confronti di donne e minoranza. Uomini bianchi