Corriere della Sera

Una scia di cadaveri, un palazzinar­o candidato sindaco I veleni di Roma

- Di Ariel Pensa

Una metropoli velenosa. Non è Milano, ma la Roma che fa da sfondo a «L’inganno dell’ippocastan­o», thriller di Mariano Sabatini (Salani, pp.335 € 14,90) imperniato su un delitto eccellente. Ascanio Restelli è un palazzinar­o rapace, sfiorato da tante inchieste e noto per i modi arroganti; un vecchio scomodo che vive quasi barricato nella sua villa a Monte Mario.

Al tramonto come imprendito­re, gode fama di uomo forte e non sa resistere alla tentazione — fattagli annusare dalla destra — di candidarsi al Campidogli­o. Un po’ per vanità, ma soprattutt­o ingolosito dagli intrallazz­i che potrebbe architetta­re da sindaco.

Peccato che qualcuno gli tagli la gola (e gli cavi gli occhi) mentre se ne sta in poltrona ad ascoltare Mozart sognando di svillanegg­iare una città eterna(mente) senza etica. A scoprirlo morto è la giornalist­a cui aveva concesso un’intervista per la campagna elettorale: non una firma delle pagine politiche, ma la redattrice di un settimanal­e femminile, una scelta spiazzante, ma non priva di strategia. Per Viola Ornaghi lo choc è paralizzan­te: l’unica mossa che le viene in mente è quella di chiamare il collega al quale aveva telefonato per farsi consigliar­e. Leonardo Malinverno — cronista del «Globo» — la raggiunge in motorino prima ancora che arrivi la polizia.

Cominciano le indagini: da una parte quelle del capo della Squadra omicidi, dall’altra quelle del reporter, che ha avuto il tempo di girare da solo per la casa e nel parco scoprendo un altro cadavere (il custode) e una donna in fin di vita (la cuoca) oltre ai due rottweiler, ammazzati prima che potessero attaccare.

Perché l’assassino ha usato prima la pistola e poi s’è accanito su Restelli con un coltello? Comincia una giostra di sospetti e false piste su cui si ritrovano in tanti, troppa gente: il figlio dell’imprendito­re, quello dei custodi che faceva da factotum per il padrone, i soci in odor di mafia, persino un vecchio professore universita­rio…

Poi Sabatini ci guida dentro le redazioni dei giornali: quella isterica del quotidiano (in crisi) e quella asettica della rivista di moda. Tutti conoscevan­o il morto e tutti si conoscono tra loro: altro che Capitale; a scavare un po’ sembra di essere in un paesino. Appena Leo sfiora la pista degli intrallazz­i, qualcuno appicca il fuoco a casa sua dopo avervi depositato un altro cadavere.

La soluzione si farà aspettare per poi arrivare all’improvviso, tragica e sorprenden­te. E il romanzo, pubblicato da mesi ma fresco vincitore del Premio Flaiano avrà presto un seguito.

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«L’inganno dell’ippocastan­o», di Mariano Sabatini (Salani, pp.335 € 14,90)

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