Corriere della Sera

Da Senigallia a Corinaldo Operazione serenità nel verde del nuovo Chianti

Le Marche amate soprattutt­o dai turisti stranieri La Lacrima di Morro d’Alba e le piscine «a pelo di collina»

- Caterina Ruggi d’Aragona Maria Luisa Agnese

e le vedete una volta, poi le potreste riconoscer­e fra mille. Colline dolci dove i vitigni autoctoni della Lacrima di Morro d’Alba, intrecciat­i a quelli del Verdicchio, si compongono con gli ulivi, il grano e i girasoli in un paesaggio naturale di verdi e di gialli che avrebbero potuto incantare il Veronese ma anche Van Gogh.

Siamo sulla direttiva che corre da Senigallia a Corinaldo, per gli stranieri questa piccola fetta d’Italia è il nuovo Chianti, con atmosfere e colori che lo ricordano parecchio ma con una griffe fortemente personale e con in più una genuinità ancora più intatta, sia sul piano alimentare che su quello dei rapporti umani. Un percorso semplice e rilassante, un’operazione serenità che si può fare in mezza giornata in auto, o nel tempo che ci si vuole concedere in moto, in bicicletta, a cavallo o a piedi. Si parte da Senigallia, lasciandos­i dietro la sua spiaggia di velluto, la rotonda sul mare dove suonava «quella canzone», e i due cuochi stellati, Moreno Cedroni con la sua «Madonnina del pescatore» e Mauro Uliassi, campioni dell’alta cucina qui non del tutto proibitivi perché fra l’altro c’è un tour di StreetFood organizzat­o dall’agenzia «Le Marche del cuore» che permette di assaggiare le loro eccellenze a prezzi accessibil­i, all’ora dell’aperitivo.

Poi si procede su una strada che corre sempre in cresta, con relativa doppia veduta sulle vallate, puntellata da borghi medievali: San Marcello, piccolo e intatto dentro le sue mura castellane, con a due passi il convento dei frati di Montelatti­ere, che sta per essere riconverti­to in una spa del Buon essere, che accoglierà con assistenza scientific­a e qualificat­a le persone con disturbi alimentari. E poi Morro d’Alba, capitale della celebrata Lacrima, prezioso vitigno di lunga storia, prediletto da Federico Barbarossa, da lui scoperto nel 1167 durante l’assedio di Ancona e da allora sempre reclamato alla sua tavola. La singolare cinta muraria del paese, tutta al coperto, crea un camminamen­to detto «La scarpa» (ma non chiedete in loco perché si chiama così, non se lo sanno spiegare), anche se l’attrazione del luogo è la curiosa casa in stile tirolese, bianca e verde che svetta al centro della piazza principale, se chiedi ti raccontano la storia della signorina Luigina, musicista in una famiglia innamorata della musica austriaca che per costruire quell’edificio ha a lungo combattuto imbiancand­o e tirando su muri di notte per ingannare le amministra­zioni ostili.

Poi, passando per Ostra con i suoi 1.200 metri di mura e i nove torrioni, si arriva a Corinaldo, la perla della zona, coronato borgo più bello d’Italia nel 2007, pieno di attrazioni d’antan, dalle mura più intatte del territorio, alla scalinata di 109 scalini al centro del borgo medievale, dal pozzo della polenta animatore di leggende contadine, alla cittadina illustre Santa Maria Goretti.

Il vino, e il cibo, sono grandi compagni di viaggio e un valore aggiunto per l’operazione serenità che il giro in queste zone può regalare: lo yogurt al pistacchio ricavato dal latte di bufala, del caseificio Piandelmed­ico, innovazion­e che la marchesa Giovanna Trionfi Honorati aveva voluto introdurre nell’ azienda agricola che seguiva personalme­nte, o il gelato Brunelli, vera eccellenza italiana, che si trova ad Agugliano e a Senigallia.

Normale che una terra benedetta e ancora in parte sconosciut­a attragga inglesi e tedeschi che scelgono di abitare qui per le vacanze o da retired, e che convinca imprendito­ri del Nord ad accettare la sfida di rilanciare la Lacrima e il Verdicchio su un piano più raffinato. Come il team di Filodivino, l’oasi con piscina a pelo di collina fra gli ulivi e i vitigni di San Marcello, dove vi accolgono Alida e Alberto, esempio di valorizzaz­ione del territorio apprezzata anche in loco, portata avanti da questo gruppo arrivato da fuori zona e che insieme alla cantina hanno ristruttur­ato un agriturism­o di alta gamma, presto dotato di Spa, con materiali naturali, biancheria di lino della milanese Society, cibo da gourmet a chilometro zero e vino, super recensito, della casa.

Le uve Il prezioso vitigno ha una lunga storia: fu scoperto da Federico Barbarossa nel 1167

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Fra le vigne Filodivino, l’oasi con piscina a pelo di collina fra gli ulivi e i vitigni di San Marcello, esempio di valorizzaz­ione del territorio: insieme alla cantina è stato ristruttur­ato un agriturism­o di alta gamma, presto dotato di Spa

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