Il «Crocifisso con la gonnella» e le indagini del commissario
Scicli, Ragusa, Modica: l’ultimo Grand Tour della Sicilia deve ringraziare Montalbano
«luoghi di Montalbano», e oltre. Famosi? Di più, ormai. Siamo a sud-est della Sicilia dove, grazie al successo della fiction, questa meta di viaggio è diventata imperdibile. E dire che fino a qualche tempo fa, Ragusa Ibla, Modica, Scicli (siti Unesco), magnifiche città del tardo-barocco, erano considerate «secondarie», rispetto a Taormina, Siracusa, Palermo, la Valle dei Templi di Agrigento. Oggi i turisti accorrono a frotte. «Attratti da Montalbano, certo. Ma poi si imbattono nei tesori di un angolo dell’isola di notevole interesse. Fatto sta che questo è l’ultimo Grand Tour siciliano, una scoperta scientifico-architettonica degli ultimi trent’anni», osserva Paolo Nifosì, storico dell’arte. Esaurito il pienone agostano, settembre è il mese ideale per mettersi in viaggio.
Formidabile studioso del suo territorio, Nifosì è nato e vive a Scicli, tappa obbligata per i fan di Montalbano. Nel centro storico, il municipio. Quante volte s’è vista in tv la «stanza del questore»? Dal vivo, è l’ufficio del sindaco, al primo piano. Al piano terra dello stesso edificio, per la gioia dei fan, è stato «ricostruito» il commissariato. Tale e quale. Visitabile fino al 15 settembre (dalle 10 a mezzanotte). Ma Scicli, adagiata in una suggestiva conca, offre ben altro al visitatore: chiese, antichi palazzi (costruiti dopo il terremoto del 1693, catastrofico per le città del sud-est), gallerie d’arte, grotte urbane. Lo storico segnala in particolare la chiesa di San Bartolomeo: «Esempio impeccabile di rococò, ospita il più antico presepe siciliano». L’attrazione della chiesa di San Giovanni, invece, è il dipinto spagnolo del Cristo di Burgos, detto anche Crocifisso con la gonnella, per via del drappo bianco con merletto somigliante a una lunga gonna. Non lasciate Scicli senza aver visto le grotte di Chiafura, di recente aperte al pubblico (rivolgersi all’ufficio turistico 0932 839608).
Necropoli nell’antichità, Chiafura divenne poi l’abitato della popolazione meno abbiente. Fino agli anni Sessanta del ‘900 nelle grotte vivevano intere famiglie. Case e stalle. «La nostra Matera», chiosa Nifosì. Alloggiare a Scicli? Due indirizzi sicuri: hotel Novecento e Scicli Albergo diffuso. Varia l’offerta gastronomica. Qualche segnalazione: La Grotta, Al Galù. Per un’apericena sotto le stelle, lungo la fiumara, «My name is Tannino». Ottime proposte di vini siciliani. A Scicli, i giovani dell’Associazione Tanit organizzano interessanti passeggiate culturali. I prossimi appuntamenti: la chiesa di San Matteo (1 settembre), le chiese rupestri (il 9), la cava di Santa Maria La Nova (il 16). Per prenotare: 338 8614973 (Vincenzo).
Con i suoi borghi marinari di Sampieri, Cava d’Aliga, Donnalucata (10 minuti di auto), Scicli dista pochi chilometri da Modica, verso nord. Città capitale di Contea per molti secoli, si apre alla vista con il centro abitato che va degradando fino all’arteria principale, corso Umberto. («Un paese in forma di melagrana…», scrisse Gesualdo Bufalino in «Argo il cieco»). Mirabili sono le scalinate che portano alle chiese (un altro set di Montalbano): San Pietro e lo scenografico
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