Cambi, inflazione e bolle speculative I mercati aspettano Draghi e Yellen
Oggi a Jackson Hole gli interventi dei due governatori più importanti al mondo
Il Jackson Hole Lodge è un albergo spartano con una vista magnifica di fronte alla montagna del Grand Teton, non lontano dal parco di Yellowstone. Lì, dal 1982, ogni fine agosto, i banchieri centrali del mondo si ispirano, discutono e spesso tracciano le linee guida che saranno importanti nell’anno a venire. L’Economic Policy Symposium che si apre oggi nella località del Wyoming sarà probabilmente uno dei più rilevanti degli ultimi anni. Ci saranno gli interventi dei due governatori più importanti al mondo, l’americana Janet Yellen e l’europeo Mario Draghi, e in teoria hanno parecchio da dire, se decideranno di toccare i temi caldi del momento.
Il presidente della Banca centrale europea terrà il discorso guida durante il pranzo, alle 21 ora italiana. L’aspettativa è che usi l’occasione non tanto per annunciare cambiamenti di politica monetaria: non è il luogo. Per dare riferimenti pratici e teorici, però, sì, Jackson Hole è il posto giusto. Da una parte ci sono le attese sull’inizio della fine della politica di forte stimolo che la Bce sta conducendo: tema delicato perché qui la comunicazione può avere effetti forti sui mercati. Draghi potrebbe dare qualche messaggio in preparazione della riunione del Consiglio dei governatori del 7 settembre, che probabilmente affronterà il tema: soprattutto su tempi e ritmo della riduzione degli acquisti di titoli sui mercati. Qualche riflessione la potrebbe anche fare sulla forza dell’euro, che dall’inizio dell’anno è passato da 1,04 a 1,18 dollari e che potrebbe rivelarsi un freno non solo alle esportazioni europee ma anche alla crescita dell’inflazione, secondo la Bce ancora troppo bassa (1,3% rispetto all’obiettivo di quasi il 2%). Durante il simposio, però, correrà una domanda che si sta imponendo e che per i banchieri centrali è materia non facile. La presidente della Federal Reserve Yellen, che parlerà prima di Draghi sul tema Stabilità finanziaria, potrebbe toccarla. Sui mercati, un po’ tutti temono che si stiano creando dei rischi a causa delle valutazioni molto alte di una serie di asset, a cominciare dalle azioni negli Stati Uniti. A questo proposito, la Fed ha di recente rilevato che «le vulnerabilità associate con le pressioni delle valutazioni degli asset si sono alzate da notevoli a elevate». Serve dunque una politica monetaria, soprattutto in America, più restrittiva per sgonfiare eventuali bolle o è necessario stare più classicamente concentrati sull’inflazione, anche negli Stati Uniti troppo bassa? La questione è cruciale e di difficile approccio: non c’è ancora una teoria che sappia guidare con sicurezza le banche centrali in questo dilemma e come sempre ci sono i cosiddetti falchi che vorrebbero una stretta monetaria e le cosiddette colombe che la ritengono rischiosa per la crescita dell’economia.
@danilotaino