Corriere della Sera

Se all’assegno di ricollocaz­ione c’è chi preferisce il lavoro in nero

- Di Enrico Marro

Bella idea quella dell’assegno di ricollocaz­ione, ma finora non ha funzionato. Al momento sono meno di 3 mila i disoccupat­i in Naspi (indennità per chi perde il lavoro) da almeno quattro mesi che hanno chiesto l’assegno che aiuta a trovare un nuovo impiego. Tremila sui 30 mila che il governo aveva stimato potessero rientrare nella sperimenta­zione. Purtroppo, il 90 per cento di coloro che hanno ricevuto la lettera con l’invito a sfruttare l’assegno di ricollocaz­ione (tra 250 e 5 mila euro spendibili presso le agenzie di collocamen­to, che incassano il bonus una volta che il lavoratore sia stato assunto) ha fatto finta di nulla, preferendo continuare a prendere la Naspi. Probabilme­nte, ha spiegato il presidente dell’Anpal (Agenzia per le politiche attive), Maurizio Del Conte, a frenare i disoccupat­i è stato il timore di perdere la Naspi nel caso in cui si rifiuti il lavoro trovato grazie all’assegno di ricollocam­ento. Ora il governo vorrebbe estendere il voucher a tutti i disoccupat­i in Naspi da 4 mesi: 400-500 mila persone. «Ci vuole una campagna di informazio­ne massiccia», dice Del Conte. Che aggiunge: «È importante dire che non si perde la Naspi in caso di offerta di lavoro incongrua». Solo che per molti è incongrua un’offerta che invece non lo è per la legge. E c’è ancora chi preferisce l’assistenza e magari un lavoro in nero.

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