Se all’assegno di ricollocazione c’è chi preferisce il lavoro in nero
Bella idea quella dell’assegno di ricollocazione, ma finora non ha funzionato. Al momento sono meno di 3 mila i disoccupati in Naspi (indennità per chi perde il lavoro) da almeno quattro mesi che hanno chiesto l’assegno che aiuta a trovare un nuovo impiego. Tremila sui 30 mila che il governo aveva stimato potessero rientrare nella sperimentazione. Purtroppo, il 90 per cento di coloro che hanno ricevuto la lettera con l’invito a sfruttare l’assegno di ricollocazione (tra 250 e 5 mila euro spendibili presso le agenzie di collocamento, che incassano il bonus una volta che il lavoratore sia stato assunto) ha fatto finta di nulla, preferendo continuare a prendere la Naspi. Probabilmente, ha spiegato il presidente dell’Anpal (Agenzia per le politiche attive), Maurizio Del Conte, a frenare i disoccupati è stato il timore di perdere la Naspi nel caso in cui si rifiuti il lavoro trovato grazie all’assegno di ricollocamento. Ora il governo vorrebbe estendere il voucher a tutti i disoccupati in Naspi da 4 mesi: 400-500 mila persone. «Ci vuole una campagna di informazione massiccia», dice Del Conte. Che aggiunge: «È importante dire che non si perde la Naspi in caso di offerta di lavoro incongrua». Solo che per molti è incongrua un’offerta che invece non lo è per la legge. E c’è ancora chi preferisce l’assistenza e magari un lavoro in nero.