In una tavoletta la trigonometria dei Babilonesi
Ricercatori australiani annunciano di avere risolto il mistero del reperto «Plimpton 322»
Per chi s’imbatte nella storia della matematica, la lettura dei suoi capitoli potrebbe appassionare più di un romanzo. Ma è storia in divenire, non solo nel futuro ma anche nel passato. Mentre i prossimi capitoli sono ancora da scrivere quelli precedenti sono da scoprire e interpretare. Avventurieri matematici sono all’opera da decenni per far luce sulle pagine strappate, offuscate o nascoste della storia del pensiero.
Una scoperta dei ricercatori dell’Università del Nuovo Galles del Sud, in Australia, guidati dal matematico Norman J. Wildberger ha permesso di leggere una nuova parte della storia della trigonometria. Nello studio, pubblicato sulla rivista «Historia Mathematica», gli studiosi australiani sono riusciti a completare la parte mancante della tavoletta babilonese Plimpton 322, facendo risalire la trigonometria all’epoca dei Babilonesi.
Il reperto, risalente al 1.800 a. C. circa, era stato ritrovato dall’archeologo Edgar J. Banks nei primi anni del Novecento. Da allora, quella tavoletta dalle dimensioni di un piccolo tablet, scheggiato da un lato, ha destato la curiosità dei matematici. I babilonesi svolgevagibile spesso i conti a mente poi annotavano i risultati incidendoli con bastoncini sull’argilla. Osservando la tavoletta si possono notare simboli a forma di chiodi e punte che rappresentavano i numeri dei Babilonesi disposti in colonne. Da oltre un secolo gli storici della matematica hanno fornito diverse interpretazioni della parte leg- della tavoletta dimostrando come i Babilonesi conoscessero e applicassero il teorema di Pitagora, ma non erano ancora riusciti a completare la parte mancante. Wildberger ha invece scoperto che le altre colonne rappresentavano valori dati dalla trigonometria e che quindi i Babilonesi utilizzavano già quei concetti matematici per lo studio degli astri e della misurazione dei terreni e degli edifici, ancora prima dei Greci. Non solo. Secondo il matematico australiano, la trigonometria dei Babilonesi «presenta chiari vantaggi rispetto alla nostra».