Corriere della Sera

Non bisogna fare calcoli ma vincere il girone

- Di Mario Sconcerti

Sono stati sorteggi spettacola­ri e abbastanza generosi. Difficile pensare a molte difficoltà per Juve e Napoli. Più complicato per la Roma, ma non impossibil­e. La prima cosa da ricordare è che la complessit­à di un girone non va misurata sulla squadra migliore, ma sulla seconda. Questo rende il Barcellona nel girone della Juve una presenza di sapienza e colore, ma non un vero avversario. Più che la Juve, il Barcellona dovrà battere Sporting e Olympiacos. I quali sono presenze classiche della Champions, ma di misura abbastanza conosciuta. Sono per mezzora uguali ai migliori, si disperdono nell’ora che resta. Il Napoli non è stato fortunato nella quarta squadra del girone, il Feyenoord era con il Lipsia, la meno augurabile della sua fascia. In compenso ha trovato il City come primo avversario, forse la miglior squadra inglese in questa stagione, ma pur sempre inglese, cioè fuori sintonia al momento con l’elite del calcio europeo. Gli inglesi sono i più ricchi e quelli che hanno più spettatori nel mondo. Questo li rende i più reclamizza­ti. Sono in sostanza dei prodotti di grande commercio senza avere però delle basi profonde. Il loro calcio è acquistato dagli altri, hanno più soldi e coprono i loro bisogni prendendo il meglio degli avversari dovunque. Ma la confusione di scuole che sono diventati non li cresce più, ha smesso di evolverli. E’ questa mancanza di chiarezza tecnica, il loro modo spettacola­re di restare sempre antichi che dà speranze alla Roma. Anche se è allenato da Conte, peraltro in difficoltà, il Chelsea non è di diritto superiore alla Roma. Molto dipende da come crescerà la Roma nelle prossime settimane, se e come si completerà. Ma mentre l’Atletico è una squadra chiara, esatta, un gruppo di combattent­i che perde terreno ma non cade, il Chelsea ha alti e bassi, nel suo gioco c’è sempre un po’ di spazio per tutti. Resta per tutti fondamenta­le provare a vincere i propri gironi. Chi arriva secondo si condanna a un sorteggio successivo pieno di grandi avversari. È quello che ha condannato tante nostre squadre. In Champions ormai si va per vincere ogni partita. Non ci sono calcoli.

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