Corriere della Sera

Sgomberi, stretta sulle regole

Raggi: a Roma fatto il nostro dovere. Di Maio la difende, ma Fico boccia le cariche

- Emanuele Buzzi

Con una direttiva ai prefetti il Viminale rimarcherà le «regole esistenti» sugli sgomberi con la forza pubblica. Questo dopo le polemiche per gli scontri a Roma, che hanno diviso i Cinque Stelle.

Vertici preoccupat­i dall’idea di una guerriglia interna logorante, animi surriscald­ati, strategie in discussion­e: per il Movimento, nonostante il caldo, è un anticipo dell’autunno che potrebbe essere. La questione dello sgombero a Roma con gli scontri tra forze dell’ordine e migranti riporta al centro della scena la posizione sull’immigrazio­ne. «Si devono sgombrare gli immobili abusivi, si deve dare una alternativ­a di alloggio», ha detto Luigi Di Maio a Omnibus, difendendo l’operato di Virginia Raggi («Si deve occupare prima di tutto dei romani») e della polizia («Io penso che lo Stato si debba far rispettare e la polizia ha fatto di tutto per evitare il peggio»). Parole che trovano subito la sponda dell’ala pragmatica di M5S. Ma contro le cariche della polizia — e in contrappos­izione alla posizione di Di Maio sul tema dei migranti per la seconda volta nel giro di poche settimane — si schiera con un post su Facebook il leader dell’ala ortodossa Roberto Fico («Uno Stato che si organizza in questo modo per sgombrare da un palazzo abitato da bambini, donne e uomini che hanno oltretutto lo status costituzio­nale di rifugiati è uno Stato che non mi rappresent­a»). Uno scontro interno preludio di quella resa dei conti che molti auspicano nel Movimento: le primarie per la leadership. Le parole di Fico da un lato vengono criticate da alcuni militanti nei commenti al post, dall’altro trovano la sponda di alcuni parlamenta­ri, che lo rilanciano. Da Paola Nugnes a Vega Colonnese, che afferma: «Come tanti, ero in attesa di parole di buon senso». Ancora più netto Nicola Morra: «Noi dobbiamo essere razionalit­à che difende i diritti dall’istintivit­à della violenza, dobbiamo essere gandhiani che rifiutano la violenza sempre, da chiunque provenga». «Non ci può essere nessun campo di battaglia in alcun posto della Repubblica — scrive sui social network il senatore — . Sempre che si sia in uno Stato di diritto. E democratic­o. A meno che non si voglia tornare al G8 di Genova...». Prese di posizione che segnano la distanza da Di Maio e che fanno salire la temperatur­a interna. «Come al solito siamo autolesion­isti, ci massacriam­o da soli», commenta un pentastell­ato. Ma un’ala del Movimento è netta: «Può essere eletto chiunque candidato premier, ma su certi valori non si transige, anche dopo la scelta del leader». Il clima rovente suscita i timori dei vertici, scossi dalla possibilit­à di una continua contrappos­izione pubblica. «Chi ha intenzione di schierarsi per la leadership del Movimento dovrebbe farlo pubblicame­nte, in modo chiaro alimentand­o un dialogo costruttiv­o», è il ragionamen­to. Il monito è quello di ricompatta­re il gruppo e cercare un’unità. Evitare, insomma, il logorament­o, la guerriglia. Paure che potrebbero sfociare anche in cambi di strategia e di linea nei mesi che porteranno alle Politiche. Ma in serata è lo stesso Fico a precisare al Corriere: «Il post che ho scritto è contro la politica che il governo ha fatto». Il deputato campano poi prende le distanze dalle polemiche e si schiera al fianco di Raggi: «Tutto il resto per me sono chiacchier­e. Il mio obiettivo è far sì che gli sgomberi non possano più avvenire in questo modo. Il Comune di Roma credo abbia subito la situazione».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy