Harvey spaventa l’America
In Texas e Louisiana famiglie pronte a barricarsi in casa per giorni. Lo spettro di Katrina
La più grande tempesta da più di un decennio, «pericolosissima, potenzialmente mortale». Ieri le tv continuavano a trasmettere le immagini di Harvey visto dallo Spazio mentre l’uragano, che aveva già raggiunto la categoria 3 della scala Saffir Simpson, si avvicinava enorme e minaccioso alla costa centrale del Texas, dove dovrebbe «atterrare» in mattinata. L’ultima tempesta di tale portata risala all’ottobre 2005, quando Wilma colpì la Florida causando la morte di 87 persone. E prima, ad agosto dello stesso anno, l’immane tragedia di Katrina, che devastò New Orleans uccidendo quasi duemila persone. Il centro dell’emergenza è l’area attorno a Corpus Christi, oltre 300 mila abitanti sulla costa, poi l’uragano dovrebbe tornare sul Golfo del Messico prima di coinvolgere nuovamente Houston, la quarta città più grande degli Stati Uniti e tra le aree più densamente popolate del Paese con 5,6 milioni di residenti.
La pericolosità di Harvey, spiega il National Hurricane center, sta nel fatto che si «parcheggerà» sulle aree interessate per giorni, potenzialmente causando inondazioni catastrofiche e complicando le operazioni di soccorso. Ci si aspetta che la tempesta porti fino a un metro di pioggia e venti a 210 chilometri orari che soffieranno l’acqua dell’oceano sulle coste.
In molti centri sono state completate le evacuazioni, le scuole chiuse, gli scaffali dei supermercati svuotati dalle famiglie che si preparano a barricarsi per giorni. Settecento membri della guardia nazionale sono stati mobilitati. «Ora è tempo di nascondersi urgentemente dai venti», ha raccomandato con toni drammatici il National Weather Service, per evitare «infortuni seri, perdita di vite ed immense sofferenze».
Intanto una delle conseguenze immediate dell’uragano è l’aumento dei prezzi della benzina: l’area ospita un terzo delle raffinerie americane, alcune delle operazioni di estrazione e lavorazione di petrolio e gas sono già state rallentate, e le compagnie hanno evacuato i loro staff dalle piattaforme offshore nel golfo del Messico. Ci sono già stime impressionanti sui potenziali danni: 40 miliardi di dollari.
Gli Stati della Louisiana e del Texas hanno dichiarato lo stato di emergenza e il governatore del Lone Star State, che ha parlato di un disastro «gigantesco», ha chiesto al presidente Trump di annunciare la catastrofe naturale. La Casa Bianca si è detta pronta a offrire tutti gli aiuti necessari: Harvey è il primo disastro della presidenza Trump e sarà un test fondamentale. Tutti hanno in mente Katrina, che molto più della guerra in Iraq segnò il divorzio tra l’opinione pubblica americana e la presidenza di George W. Bush. Il presidente sarà a Camp David per il weekend. Il consigliere della Homeland security Tom Bossert, che ha risposto alle domande dei giornalisti ieri alla Casa Bianca, ha assicurato che anche lì «ci sono tutte le risorse necessarie» per seguire l’evolversi degli eventi. Subito dopo in conferenza stampa la portavoce Sarah Huckabee Sanders ha annunciato che Trump potrebbe recarsi in Texas all’inizio della prossima settimana.