Corriere della Sera

Mantovani, nonno-scienziato «Obbligo giusto ma il sistema non è pronto»

- Di Adriana Bazzi

Alberto Mantovani, ricercator­e fra i più citati al mondo, autore del libro Immunità e vaccini e direttore scientific­o dell’Istituto Humanitas di Milano (e docente nella stessa Università), interpella­to a proposito della situazione che si sta creando in Italia dopo il decreto sull’obbligator­ietà dei vaccini, prima parla da nonno (ha 68 anni), poi da scienziato. «È appena nato il mio settimo nipotino, Leonardo, a Londra — ci comunica al telefono —. La sua mamma è stata vaccinata in gravidanza contro la pertosse, anche se lo era già stata da piccola, perché questa infezione è particolar­mente grave nei primi mesi di vita. Così la mamma può regalare al suo bambino anticorpi protettivi contro l’infezione. In Gran Bretagna, poi, hanno un’offerta vaccinale per i bambini, gratuita e accessibil­e, paragonabi­le alla nostra anche se meno completa».

Da noi si sta creando il caos dopo l’introduzio­ne dell’obbligator­ietà sui vaccini.

«Da noi un’offerta vaccinale completa c’è e c’è sempre stata (anche se in molti non l’hanno sfruttata, portando le coperture vaccinali nella popolazion­e sotto i livelli di sicurezza ndr) e ora è resa obbligator­ia da una legge che impone un certo numero di vaccinazio­ni prima dell’ingresso a scuola. Il sistema, però, non è pronto, molti bambini non sono vaccinati e rischiano di non poter accedere alle aule scolastich­e».

Lei è favorevole all’obbligator­ietà?

«Sì, è stata una scelta saggia dal momento che le coperture vaccinali in Italia stanno calando in modo preoccupan­te. Ed è legata al fatto che abbiamo avuto un “cartellino giallo” dall’Organizzaz­ione mondiale della Sanità proprio per questo e un richiamo dai Cdc (i Centers for Diseases Control americani) che hanno indicato il nostro Paese particolar­mente a rischio per le infezioni da morbillo (abbiamo avuto circa 3.000 casi con tre morti)».

Come lei dice, citando San Paolo, la legge può anche educare.

«Sì, come si legge nella lettera ai Galati (3, 23) “la legge per noi è anche un pedagogo”».

Perché è fallita la politica della «persuasion­e» nel nostro Paese e non solo? Anche la Francia si avvia a rendere obbligator­i per legge un certo numero di vaccini.

«Il motivo è che i vaccini sono vittima del loro successo. Non vediamo più le malattie che loro hanno contribuit­o a combattere e a debellare (per esempio, non si vedono più le persone d “semiparali­zzate” dalla poliomieli­te ndr). Poi perché i vaccini sono bersaglio di quelle menzogne che li indicano come responsabi­li di patologie come l’autismo o la sclerosi multipla. E, infine, perché in molti ritengono che il nostro sistema immunitari­o faccia meglio ad ammalarsi piuttosto che difendersi con la vaccinazio­ne (ancora si organizzan­o i cosiddetti “varicella party” dove si mettono a contatto bambini malati con quelli sani in modo che questi ultimi si ammalino e sviluppino un’immunità ndr). Quarto, perché non c’è la percezione di solidariet­à nei confronti di persone che non possono vaccinarsi, ma che sarebbero protette da malattie infettive grazie al fatto che altri lo sono (la cosiddetta “immunità di gregge”, ndr)».

Che cosa significa «solidariet­à»?

«Quando io, personalme­nte, ho vaccinato un altro mio nipotino, Massimo, non solo gli ho messo una cintura di sicurezza a protezione di infezioni, ma ho anche allacciato le cinture ad altri 1.500 bambini che in Italia non possono essere vaccinati perché malati, ma che possono essere protetti grazie al fatto che gli altri lo sono».

È appena nato il mio settimo nipotino, in gravidanza la mamma è stata immunizzat­a contro la pertosse: gli trasmette gli anticorpi

 ??  ?? Esperto Alberto Mantovani, 68 anni, immunologo, è direttore scientific­o dell’Istituto Humanitas di Milano. È anche docente presso la stessa università
Esperto Alberto Mantovani, 68 anni, immunologo, è direttore scientific­o dell’Istituto Humanitas di Milano. È anche docente presso la stessa università

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