I tesori della cultura strappati al sisma
Ci sono gesti che sintetizzano sforzi immensi. Questa foto è il simbolo del Patrimonio culturale salvato dal terremoto del Centro Italia. Una volta tanto, il sistema-Paese ha funzionato coordinandosi: le squadre specializzate del ministero per i Beni culturali con Protezione civile, Vigili del fuoco, Esercito e Carabinieri, hanno messo in sicurezza 952 immobili, recuperato 16.946 beni storicoartistici e archeologici, 9.743 volumi e 4.513 metri di archivi, che custodiscono la nostra memoria. Sono state mobilitate fabbriche culturali prestigiose: per esempio l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma, l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Istituto centrale per il restauro del patrimonio librario e archivistico, cioè tre eccellenze famose nel mondo. Poi lo sterminato archivio online dei Carabinieri del Patrimonio culturale, per evitare ogni possibile dispersione illegale. Sono stati allestiti depositi temporanei trasformati in cliniche del restauro. Certo, non sono mancate le polemiche. Ma il bilancio è imponente ed è frutto dello sforzo di centinaia di storici dell’arte, architetti, archivisti, studiosi, di uomini e donne con diverse divise indosso, che amano le proprie radici: e lavorano per proteggerle e consegnarle alle nuove generazioni.