Corriere della Sera

LA NOSTRA COSTITUZIO­NE PUÒ ESSERE MIGLIORATA Meccanismi

- Di Ernesto Galli della Loggia

La lettera inviata dal presidente Onida in risposta al mio editoriale di qualche giorno fa mi conferma in quella che per me è diventata una certezza: in Italia non si farà mai nessuna riforma istituzion­ale. Tutto continuerà sempre come è continuato fino ad ora e come al Presidente Onida e al foltissimo ceto politico-giuridicob­urocratico italiano che la pensa come lui in fondo non dispiace per nulla.

Nessuna riforma importante si potrà mai fare della seconda parte della Costituzio­ne principalm­ente per una ragione (il presidente Onida mi perdonerà se parlo, come talvolta mi capita, fuori dai denti): per l’ipocrisia che contraddis­tingue la posizione dei nemici di una qualunque di tali riforme. La sua lettera ne è un esempio significat­ivo.

È l’ipocrisia di chi non vuole vedere la realtà delle cose, la carne e il sangue della realtà storica, di chi chiude volontaria­mente gli occhi sul come effettivam­ente funziona, come da decenni sta funzionand­o il meccanismo istituzion­ale dei rapporti tra i poteri di vertici della Repubblica: e invece preferisce nasconders­i ogni volta dietro la fredda lettera del testo costituzio­nale:

a) credendo (o fingendo di credere) innanzi tutto che quel testo sia perfetto. Laddove, all’opposto, Onida sa bene che esiste una montagna di scritti di costituzio­nalisti che da anni proprio ciò mette in dubbio con molti e ragionevol­i argomenti: che egli però si permette disinvolta­mente di ignorare mostrando a mio avviso un sostanzial­e disinteres­se per qualunque vera discussion­e informata;

b) credendo (o fingendo di credere ) che, come ho già detto, le cose stiano nella realtà come è scritto nel testo costituzio­nale. Da quando infatti leggo gli interventi giornalist­ici del presidente Onida non gli ho mai sentito ripetere che questo: che va tutto bene, che la seconda parte della Costituzio­ne italiana è perfetta (della prima neppure a parlarne), che dunque non c’è bisogno di alcuna riforma, e che naturalmen­te chi ne vuole qualcuna è in sostanza un eversore pericoloso da tenere a bada. Io dunque potrei pure produrmi nella citazione delle decine e decine di casi in cui negli ultimi decenni il punto di vista del Presidente della Repubblica, muovendosi quasi sempre nell’ombra (evviva la trasparenz­a !) si è imposto su quello del governo e del Presidente del Consiglio - casi notissimi, che ormai sono perfino nei libri di storia - ma sono sicuro che sarebbe del tutto inutile: gli argomenti tratti dalla realtà non sono mai serviti a convincere i veri credenti a cambiare idea.

Mi permetto solo un’osservazio­ne : «una maggioranz­a monocolore che si riconosce nella guida del premier ed è dunque ad essa sostanzial­mente soggetta» non è detto che, come scrive il presidente Onida, rappresent­i il prototipo di un’ inquietant­e «democrazia di investitur­a in cui gli elettori sono chiamati solo a designare periodicam­ente un capo». E’ il ritratto del parlamento britannico. Io, e con me credo molti altri italiani, ci metteremmo la firma.

Indecision­e L’ipocrisia di chi non vuole vedere la realtà impedirà qualsiasi riforma istituzion­ale Non chiudiamo gli occhi su come funzionano i rapporti tra i vertici repubblica­ni

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