Anche Seul cammina su una nuvola verde
Un’arteria congestionata diventa una passerella botanica. Perché tante città scelgono le strade in cielo
n giardino nel cielo di Seul. Laddove prima sfrecciavano Suv e utilitarie, in una delle aree urbane a più alta densità di circolazione automobilistica al mondo, in questa metropoli asiatica abitata da oltre dieci milioni di persone, adesso i pedoni passeggiano e si dedicano al running guardando il caos di veicoli dall’alto. Un’arteria stradale lunga 983 metri è stata infatti trasformata in questa passerella botanica, che ospita la maggiore varietà esistente di flora coreana, circa 228 specie, dagli alberi agli arbusti sino ai fiori per un totale di 24 mila unità. Ora sono coltivate all’interno di 645 vasi disposti lungo il percorso pensile, con l’obiettivo di creare, negli anni, un’autentica foresta metropolitana che funga anche da nursery: le baby inflorescenze saranno poi «adottate» da altre aree della città.
A progettare questo bio-sfogo urbanistico è stato Winy Maas, mente creativa dello studio MVRDV di Rotterdam, che su commissione del Governo metropolitano di Seul, ha concepito la strada a 16 metri di altezza dal suolo poggiante su di una struttura in metallo risalente agli anni 70 come un’arteria verde composta da tre accessi: è una lunga promenade collegata a hotel negozi e altri giardini a livello del suolo, in modo da farla confluire con il cuore della capitale. «La struttura rispecchia nella sua linearità la forma composta dalle prime lettere dell’alfabeto coreano ed è pensata come un mosaico di tasselli floreali ciascuno con la propria stagionalità floreale — spiegano gli architetti di MVRDV —. Ci sono il giardino degli aceri, quello dei ciliegi, l’area dei rododendri e quella degli alberi da frutto in modo che per tutto l’anno si alternino colori e profumi differenti». La disposizione degli spazi verdi all’interno di questo skygarden, denominato Seoullo 7017, è stata scelta anche in base a quella che era la storia urbana dei diversi quartieri toccati dalla highline, coi quali è collegata da una fitta trama di ponti pedestri che potranno aumentare in modo da rafforzare il legame psicologico con la popolazione. Alla spettacolarità diurna di questa avenue pensile lungo la quale si cammina «schiacciati» dalla sagoma di grattacieli in vetro e acciaio, si aggiunge quella notturna. «Abbiamo provveduto, infatti, a illuminarlo in maniera impattante — continuano i progettisti olandesi —, con faretti di luci blu in modo che si crei un contrasto netto con le luci piuttosto piatte e chiare degli skyscraper. Inoltre si tratta di un colore che è considerato friendly verso le piante. Ma durante feste o celebrazioni, potremmo usare anche il rosso, il giallo».
La skypath di Seul rappresenta l’ultima evoluzione di un modello urbanistico che ha predecessori illustri come la High Line di New York, un par- co pubblico creato lungo il percorso (2,33 km) di una ferrovia sopra elevata in disuso nel West Side di Manhattan, che va da Gansevoort Street nel Meatpacking District sino alla 34ª Strada. Aperta ogni giorno dalle 7 alla 22, la High Line, oltre a essere un luogo in cui praticare sport all’aria aperta — persino il tai chi —, ospita progetti artistici, performance, concerti. Esiste anche un canale video che trasmette su di una piattaforma digitale i video girati in questa arteria entrata ormai nel dna urbanistico della Grande Mela. Negli spazi verdi si possono persino frequentare corsi per apprendere l’utilizzo delle erbe medicinali (www.thehighline.org).
Anche Parigi ha da tempo la sua passerella tra le nuvole. Si chiama Coulée Verte o Promenade Plantée e si trova nel XII arrondissement lungo quella che agli inizi del ‘900 era la linea ferroviaria diretta a Vincennes (www.promenadeplantee.org). Si estende da Piazza della Bastiglia per 4,7 km sopra l’antico viadotto tra aiuole fiorite, roseti. «Spacca» in due i palazzi, sale sopra alcuni ponti in stile giapponese, e soprattutto è abitata ogni giorno da migliaia di persone di tutte le età.
La speranza adesso è che questa nuova frontiera urbanistica che combina verde pubblico, housing sociale e mobilità sostenibile coinvolga anche l’Italia, cominciando magari dalla conversione dello Scalo Ferroviario Farini di Milano.