Le memorie di Parigi e il nodo del controllo
L’uso del «Golden power» e i paletti della regolamentazione europea
Il nodo da sciogliere è complicato. Sul caso Tim industria e politica si mescolano, così come nel caso dei cantieri di Saint-Nazaire temporaneamente nazionalizzati dalla Francia per sottrarli al controllo di Fincantieri. La prima parte procedurale è stata completata mercoledì scorso, quando Tim e Vivendi (il primo azionista con il 23,94%) hanno presentato la documentazione richiesta dal Comitato tecnico istituito a Palazzo Chigi per verificare se hanno rispettato il Golden power, il potere speciale riservato allo Stato sulle imprese nazionali strategiche o rilevanti per la sicurezza e la difesa nazionali.
Il Comitato sta per chiudere l’istruttoria. Tim e i francesi di Vivendi hanno risposto separatamente perché interpellate a titolo differente. La norma sul Golden power infatti scatta se si realizzano alcuni presupposti o vengono prese certe decisioni dall’azienda che detiene l’attivo considerato strategico (in questo caso Tim), o in caso di acquisizioni o cambi nelle partecipazioni azionarie della società da parte di soggetti terzi (in questo caso Vivendi). Le due società hanno dunque prospettive differenti e hanno fornito atti e delibere degli organi societari più i pareri dei giuristi Sabino Cassese e Andrea Zoppini (per Tim), dei professori Piergaetano e Carlo Marchetti, Giulio Napolitano e Marco Maugeri (per Vivendi). Entrambe le società da settimane ribadiscono che non la posizione di Vivendi in Tim non provoca «alcun pregiudizio — come spiega uno dei pareri — per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti, degli impianti e della continuità degli approvvigionamenti», né c’è un cambio di proprietà.
Nei giorni scorsi è emerso che l’attenzione del governo si sta concentrando in particolare su Sparkle: l’asset rientra tra quelli considerati strategici dal decreto legge n. 21 del 15 marzo 2012 poiché è attivo nel settore della Difesa. E forse non è un caso se nella nuova governance definita da Tim a fine luglio, le deleghe di Sparkle sono andate al vicepresidente Giuseppe Recchi, mentre il presidente francese Arnaud de Puyfontaine ha assunto la carica di ceo ad interim. Alcuni osservatori sottolineano poi che, in linea con le regole Ue, è necessario che sia dimostrata la concreta e reale minaccia sull’attivo strategico perché si attivi il Golden power.