Boccia: «Sconto pieno sulle assunzioni» Costa circa 10 miliardi
Anche Furlan chiede al governo di fare di più per i giovani
Troppo poco. Vincenzo Boccia e Annamaria Furlan, intervenuti ieri a Rimini al meeting di Comunione e Liberazione, sono d’accordo: il governo deve fare di più sul lavoro per i giovani, non basta la parziale decontribuzione sulle assunzioni degli under 29 di cui si sta discutendo. Per il presidente della Confindustria: serve una decontribuzione «piena». Tradotto, uno sconto per le imprese di 8.060 euro all’anno per tre anni per ogni assunzione a tempo indeterminato e non i 3.250 euro ipotizzati finora dai tecnici del governo. Il che significa moltiplicare gli stanziamenti: non più 900 milioni il primo anno e due miliardi a regime, come nelle stime dell’esecutivo, ma «in 2-3 anni occorre un’operazione da una decina di miliardi di euro per attivare 900 mila posti di lavoro. Ricordo — aggiunge — che in Francia il presidente Macron sta prevedendo una operazione da 50 miliardi, di cui 30 su lavoro e imprese».
«Il tema — conferma Furlan — non è soltanto un intervento spot, ma rendere strutturale un minore costo del lavoro. Inoltre, bisogna rafforzare il rapporto tra sistema scolastico e formativo e il mondo del lavoro e aumentare gli investimenti pubblici e privati, nella ricerca e nell’innovazione, ma anche nelle infrastrutture, così carenti nel nostro Paese».
Il pressing delle parti sociali sul governo arriva a pochi giorni dall’incontro di mercoledì 30 fra il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. I sindacati torneranno alla carica non solo sul lavoro, ma anche sulle pensioni, chiedendo il blocco dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile alla speranza di vita, che farebbe salire a 67 anni l’età per la pensione di vecchiaia. Tanto più che, secondo le confederazioni, mantenere più al lungo le persone al lavoro costituisce un ostacolo all’ingresso dei giovani.
Le richieste delle parti sociali difficilmente saranno accolte dal governo, sopratutto per mancanza di fondi. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, alle prese con la preparazione della manovra per il 2018, è stretto nella morsa degli impegni inderogabili da una parte (cancellazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva, risorse per le cosiddette spese indifferibili, fondi per il rinnovo dei contratti pubblici, rifinanziamento del pacchetto Industria 4.0) e dei vincoli che arrivano da Bruxelles dall’altra (servono almeno 5 miliardi per il contenimento del deficit strutturale). Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e Padoan hanno già detto che la priorità sono i giovani e questo significa che non c’è spazio per frenare l’aumento dell’età pensionabile, al massimo verranno concessi un paio d’anni di anticipo alle lavoratrici madri che hanno i requisiti per accedere all’Ape social. Impostazione, questa del governo, condivisa da Boccia: «Prima parliamo dei giovani» e poi delle pensioni.
Del resto, al presidente della Confindustria sta a cuore anche il rifinanziamento del pacchetto Industria 4.0 (tra l’altro è in gioco la proroga dell’iper ammortamento sugli investimenti e un credito d’imposta sulla formazione digitale). Secondo Boccia, comunque, al di là di ciò che sarà possibile fare con la legge di Bilancio per il 2018, bisognerebbe impostare un «piano» per la prossima legislatura, «su cui aprire un confronto a tutto campo con partiti e governo», perché, dice il leader degli imprenditori, «riducendo i deficit di competitività potremmo essere il primo Paese industriale al mondo».