Corriere della Sera

Formazione pagata e disertata Polemica industrial­i-Cgil

- Francesco Di Frischia

Igiovani e il lavoro in fabbrica. Unindustri­a Treviso offre 200 percorsi di formazione profession­ale retribuiti rivolti ai giovani, ma i candidati che si presentano sono solo 100. La scarsa adesione innesca una rovente polemica tra la Cgil e la stessa Unindustri­a veneta. «I giovani snobbano la formazione anche se retribuita», si lamentano gli imprendito­ri. Replica il sindacato: «No: i giovani rifiutano gli stage sottopagat­i in fabbrica e fanno altre scelte». Maria Cristina Piovesana, presidente dell’associazio­ne industrial­e di Treviso, in una lettera aperta scrive: «Eppure la disoccupaz­ione giovanile è altissima. E molte imprese ci segnalano che faticano a trovare giovani disposti a investire in un settore che comunque si conferma centrale nel rilancio dell’economia. Tanti ragazzi, però, continuano a sognare di diventare cuochi o di partecipar­e a programmi televisivi nei quali a volte vengono umiliati». Piovesana precisa che «ridare appeal al posto in fabbrica non è interesse di una categoria, ma bisogna anche considerar­e che vi sono opportunit­à di crescita personale e profession­ale, come pure garanzie e tutele». Non la pensa così il segretario trevigiano della Cgil, Giacomo Vendrame, che replica: «Se continuiam­o a offrire stage con rimborso o turni di lavoro in fabbrica sottopagat­i tanto quanto avviene in altri settori, è normale che il giovane, a parità di condizioni, possa effettuare altre scelte». «Penso che sarebbe bene domandarsi come si è giunti a questa situazione, senza ricorrere a visioni semplicist­iche — osserva Vendrame —. D’accordo, i posti di lavoro ci sono, ma a quali condizioni?». Poi il sindacalis­ta Cgil, pensando alle generazion­i «cresciute col mito della flessibili­tà», si domanda: «Siamo disposti a garantire un salario adeguato per incentivar­e il ritorno in fabbrica?».

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