Formazione pagata e disertata Polemica industriali-Cgil
Igiovani e il lavoro in fabbrica. Unindustria Treviso offre 200 percorsi di formazione professionale retribuiti rivolti ai giovani, ma i candidati che si presentano sono solo 100. La scarsa adesione innesca una rovente polemica tra la Cgil e la stessa Unindustria veneta. «I giovani snobbano la formazione anche se retribuita», si lamentano gli imprenditori. Replica il sindacato: «No: i giovani rifiutano gli stage sottopagati in fabbrica e fanno altre scelte». Maria Cristina Piovesana, presidente dell’associazione industriale di Treviso, in una lettera aperta scrive: «Eppure la disoccupazione giovanile è altissima. E molte imprese ci segnalano che faticano a trovare giovani disposti a investire in un settore che comunque si conferma centrale nel rilancio dell’economia. Tanti ragazzi, però, continuano a sognare di diventare cuochi o di partecipare a programmi televisivi nei quali a volte vengono umiliati». Piovesana precisa che «ridare appeal al posto in fabbrica non è interesse di una categoria, ma bisogna anche considerare che vi sono opportunità di crescita personale e professionale, come pure garanzie e tutele». Non la pensa così il segretario trevigiano della Cgil, Giacomo Vendrame, che replica: «Se continuiamo a offrire stage con rimborso o turni di lavoro in fabbrica sottopagati tanto quanto avviene in altri settori, è normale che il giovane, a parità di condizioni, possa effettuare altre scelte». «Penso che sarebbe bene domandarsi come si è giunti a questa situazione, senza ricorrere a visioni semplicistiche — osserva Vendrame —. D’accordo, i posti di lavoro ci sono, ma a quali condizioni?». Poi il sindacalista Cgil, pensando alle generazioni «cresciute col mito della flessibilità», si domanda: «Siamo disposti a garantire un salario adeguato per incentivare il ritorno in fabbrica?».