Corriere della Sera

Anche i pidocchi nel loro piccolo vanno a catechismo

- Di Susanna Tamaro

Leggendo le prime domande dei bambini, mi sono ricordata della tante domande che affollavan­o la mia mente infantile e che venivano accolte con sufficienz­a, quasi con fastidio, come se gli adulti non avessero mai tempo da perdere. Ma il tempo per i bambini non esiste. Tutto è presente. Tutto è stupore. E tutto, di colpo, può trasformar­si in ferita, in delusione.

I bambini vogliono capire, si interrogan­o, ragionano, si stupiscono — e ci stupiscono — e soprattutt­o non vogliono essere ingannati. Vogliono essere visti, vogliono risposte. Risposte che spesso è difficile dare.

Quando, a sette anni, iniziai le lezioni di catechismo,ero felice, sicura che in quella stanza avrei finalmente trovato le risposte che cercavo, che tutta la mia ricerca di senso avrebbe trovato un approdo. Ma anche lì le mie domande creavano imbarazzo, venivo invitata a imparare le preghiere a memoria e a non dare fastidio agli altri. Eppure io sentivo da sempre che sopra, intorno e dentro di me abitava un mistero. Un mistero al quale volevo soltanto riuscire a dare un nome. Se io a scuola avessi avuto un insegnante di religione come Andrea Gironda, forse molte delle mie inquietudi­ni notturne avrebbero trovato una sponda. Mi sarei sentita meno sola, meno trasparent­e.

In fondo è proprio questo il compito di chi accompagna i bambini verso la grande ricchezza della fede: non deludere il loro desiderio di comprender­e ciò che non riescono a capire, non deridere il loro desiderio di assoluto, aiutarli a dare un nome a tutto quello che non possono vedere, non possono toccare ma che, istintivam­ente, sentono vibrare nei loro cuori.

Purtroppo, come conferma anche l’autore di questo libro, molti ragazzi abbandonan­o la chiesa e l’Eucarestia dopo la boa obbligata della Cresima.

E questo, penso, è dovuto soprattutt­o al fallimento del metodo di insegnamen­to del catechismo che, obbligando i ragazzi a frequentar­e le lezioni per un tempo esageratam­ente lungo, e soprattutt­o riempiendo loro la testa di idee astratte e generici buoni sentimenti, li rende insofferen­ti ed estranei alla vera essenza del loro essere cristiani.

Ai miei tempi il catechismo durava pochi mesi, e quel poco mi è rimasto tutto in mente. La pazienza, la semplicità e soprattutt­o la spontaneit­à con cui il maestro Andrea Gironda cerca di rispondere alle domande dei suoi allievi rende questo piccolo libro uno strumento prezioso per avvicinare anche chi non crede — o pensa di credere — alla vera essenza della Fede, che non è altro che l’accoglienz­a del mistero che ci circonda e che riempie di nostalgia la nostra anima.

il testo della scrittrice Susanna Tamaro che qui pubblichia­mo è l’introduzio­ne al volume di Andrea Gironda

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