Corriere della Sera

La rivincita di Kesha

Prima nelle classifich­e americane dopo una lunga assenza Accuse di violenza al produttore e problemi alimentari

- Andrea Laffranchi

La cantante Usa impegnata in una dura battaglia legale. «La mia vita dentro una tempesta»

«Volevo un disco che si chiamasse Rainbow perché dopo la tempesta arriva l’arcobaleno. E mi sembra proprio che la mia vita sia passata dentro una tempesta». La tempesta che ha investito Kesha, 30enne popstar americana, risponde al nome di Dr. Luke. Non è una di quelle invenzioni del fastidioso marketing meteorolog­ico ma una persona in carne e ossa. È il produttore che l’ha scoperta nel 2005, messa sotto contratto e lanciata nel 2010 con «Tik Tok», hit da 13 milioni di download. Ma è anche l’incubo della ragazza: nel 2014 Kesha ha denunciato Lukasz Gottwald, questo il vero nome, accusandol­o di aver abusato di lei per anni «sessualmen­te, fisicament­e, emotivamen­te e verbalment­e». Lui ha negato ogni accusa e risposto con una causa per diffamazio­ne.

La causa, non ancora risolta, ha fermato la carriera della cantante. I contratti che aveva firmato da ragazzina la blindavano alle decisioni di Dr. Luke. Nonostante una campagna web a suo sostegno che ha coinvolto anche Taylor Swift, l’anno scorso la prima sentenza del tribunale non l’ha liberata dagli obblighi, pur concedendo­le il permesso di fare musica senza il controllo diretto del produttore.

Così Kesha ha potuto pubblicare il suo terzo album. Con tanta paura di essere stata abbandonat­a dai fan dopo quasi cinque anni di silenzio artistico. E invece «Rainbow», uscito ieri in Italia, è già arrivato al numero 1 della classifica americana. Una rivincita. Anche se l’ombra di Dr. Luke non è sparita. Il New York Times lascia intendere che il produttore abbia ancora un ritorno economico importante sui guadagni della star. La tempesta ha lasciato segni sia fisici che psicologic­i. «Ero in una situazione buia. Ero sola e impaurita in rehab per un disordine alimentare che era ormai fuori controllo», ha ricordato lei scrivendo a Refinery 29, sito di lifestyle. E in quel momento è nata la canzone che dà il titolo al disco. «Non potevo lavorare o usare nulla di tecnologic­o. Li ho pregati di farmi avere una tastiera e ho scritto quel brano», ha raccontato. La ragazza è cambiata. E a sottolinea­re che c’è una nuova Kesha se ne andato anche il simbolo del dollaro che c’era al posto della «S». «Ho deciso di fare a meno del mio cinico e autocritic­o atteggiame­nto alla “chissenefr­ega” e il nickname su Twitter @keshasuxx (Kesha fa schifo). Voglio essere genuina al 100%, vulnerabil­e e onesta nella musica che faccio». Non è più la tamarra e volgare ragazzacci­a di «Tik Tok». Che scalava le classifich­e con hit fra il pop e la dance. Anche lo stile musicale ha cambiato direzione. «Rainbow» è un disco suonato con poche diavolerie digitali, fra country e folk e con gli Eagles of Death Metal (la rockband del Bataclan) e la regina del country Dolly Parton fra gli ospiti. «Questo album suona come la musica che ascolto. Mi piace quello che ho fatto in passato, ma rido pensando a quando, dopo un’esibizione a un festival edm/dance, tornavo sul tour bus e ascoltavo Iggy Pop, Rolling Stones, Beach Boys, T Rex, Dolly Parton, James Brown, Beatles», ha confessato a Rolling Stone.

I testi di «Rainbow» lasciano filtrare quello che ha passato. Sin da quella «Bastards» che apre la scaletta. «Non lasciare che quei bastardi ti buttino giù». Nessun nome, ma non è difficile immaginare chi sia il nemico.

Non è solo piangersi addosso. Ci sono anche momenti dove escono la rivincita e l’autostima. «Woman» è un pezzo dall’anima funky (grazie ai fiati dei Dap-Kings) sulla forza delle donne. «Sono sempre stata una femminista ma per molto tempo mi sono sentita una ragazzina che cercava di capire le cose. Adesso sento la forza, lo splendore e la potenza dell’essere femminile. Abbiamo in mano le chiavi dell’umanità e siamo noi a decidere se popolare la Terra o no e con chi farlo. È stato bello scriverla con due uomini, rafforza il concetto di quanto loro possano essere di sostegno alle donne e al femminismo», ha detto la ragazza che ha anche manifestat­o contro la misoginia di Trump. Tutto in una frase? Quella di «Learn to Let Go»: «Sono stata all’inferno e sono tornata».

 ??  ?? Bionda «Rainbow», il nuovo album della popstar Kesha, uscito l’11 agosto scorso dopo 5 anni di silenzio, ha debuttato negli Usa alla prima posizione della Billboard 200, vendendo 116.000 copie nella prima settimana
Bionda «Rainbow», il nuovo album della popstar Kesha, uscito l’11 agosto scorso dopo 5 anni di silenzio, ha debuttato negli Usa alla prima posizione della Billboard 200, vendendo 116.000 copie nella prima settimana
 ??  ?? Con Dr. Luke Kesha con il suo ex produttore Dr. Luke (Lukasz Gottwald), da lei accusato nel 2014 di violenza psicologic­a e sessuale. Accuse che Dr. Luke ha sempre negato
Con Dr. Luke Kesha con il suo ex produttore Dr. Luke (Lukasz Gottwald), da lei accusato nel 2014 di violenza psicologic­a e sessuale. Accuse che Dr. Luke ha sempre negato
 ??  ?? Esordi Kesha durante un concerto nel 2010, anno in cui si fece conoscere con il brano d’esordio «Tik Tok». La cantante ha detto addio nel 2014 al simbolo del dollaro al posto della S nel suo nome
Esordi Kesha durante un concerto nel 2010, anno in cui si fece conoscere con il brano d’esordio «Tik Tok». La cantante ha detto addio nel 2014 al simbolo del dollaro al posto della S nel suo nome
 ??  ?? Giurata La popstar con il rapper Ludacris (al centro) e il cantante country Brad Paisley: i giurati del talent show americano «Rising Star», un format andato in onda su Canale 5
Giurata La popstar con il rapper Ludacris (al centro) e il cantante country Brad Paisley: i giurati del talent show americano «Rising Star», un format andato in onda su Canale 5

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