Corriere della Sera

Il pugile contro il lottatore a Las Vegas L’ultimo nonsense dello show business

Mayweather-McGregor: un assurdo tecnico che però vale mezzo miliardo di dollari

- Claudio Colombo

di boxe disputati da McGregor, star della MMA, arti marziali miste. 50 invece quelli di Mayweather, con 49 vittorie. La sfida di Las Vegas si giocherà con le regole del pugilato tradiziona­le

Nella notte di Las Vegas (la nostra alba di domani) il ring della T-Mobile Arena ospiterà la sfida tra il pugile americano Floyd Mayweather, 40 anni, campione mondiale in cinque categorie diverse, e Conor McGregor, irlandese, di undici anni più giovane, un curriculum di 21 vittorie e 3 sconfitte nelle cosiddette MMA, arti marziali miste, una disciplina di contatto che consente di usare, oltre ai pugni, anche calci, ginocchiat­e e gomitate, all’interno di una gabbia ottagonale.

Si combatterà con le regole del pugilato e tanto basta per considerar­e l’evento per quello che è: un grande business per i protagonis­ti (il giro d’affari supererà il mezzo miliardo di dollari), ma un solare nonsense sia dal punto di vista tecnico che da quello della sperimenta­zione pura e semplice. Il perché è presto spiegato: i due mondi, pur con una radice comune, sono sideralmen­te distanti e totalmente diversi nell’approccio sia fisico che filosofico all’arte del combattime­nto; viaggiano insomma su binari paralleli, ognuno con le proprie regole e la propria dignità, e cercare di farli incontrare appare il frutto di una forzatura di natura eminenteme­nte economica. Un ibrido, insomma, da brividi (e, speriamo, senza futuro).

Al netto di queste consideraz­ioni, il match non dovrebbe riservare sorprese: gli addetti ai lavori sostengono che Mayweather vincerà a mani basse. Punti a suo favore: la maggior dimestiche­zza con un ambiente conosciuto («Il ring — diceva Mike Tyson — è il posto più bello del mondo: sai sempre che cosa ti può succedere»), (Ap)

la velocità e l’arte nello schivare i colpi, un fondamenta­le del pugilato.

Punti a favore di McGregor: la freschezza fisica dovuta alla minore età, la maggior stazza (allungo e tre chili in più: si combatte al limite dei medi junior, kg 69,853) e la circostanz­a non secondaria che Mayweather è inattivo da due anni.

Su McGregor, di fatto un esordiente sul quadrato, peseranno i tipici meccanismi da combattime­nto estremo, che potrebbero portarlo a commettere scorrettez­ze da squalifica. Comunque vada, guadagnerà in visibilità: solido atleta, mancino naturale, Conan il rosso ha il corpo quasi completame­nte ricoperto di tatuaggi, tra i quali spiccano, su petto e addome, le enormi teste di un gorilla e di una tigre.

Mayweather vive da tempo nel personaggi­o che si è costruito: è un grande pugile sul viale del tramonto che ha fatto del dio denaro la sua ragione di vita. Non dev’essere stato un problema accettare i 210 milioni di dollari di borsa (90 all’irlandese) per un incontro che rischia di sporcare una carriera folgorante di 49 vittorie e zero sconfitte.

Il pugile americano ci ha abituati a prestazion­i non sempre spettacola­ri ma saldamente dominate grazie a un bagaglio tecnico di primo livello. Tuttavia radio-boxe ha già avvisato: è talmente sicuro di vincere che si è preparato in maniera approssima­tiva.

Il match (primo gong intorno alle 5 di domattina) sarà visibile in Italia sul sito Ufc.tv al modico prezzo di 33 euro. Spettacolo per palati forti, se non proprio fini.

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A muso duro Floyd Mayweather (a sinistra) e Conor McGregor

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